Fonte: Agensir del 02/04/2024 - Articolo di Giovanna Pasqualin Traversa
Anche un ragazzo con disturbi dello spettro autistico (Asd) può coltivare sogni e passioni e regalare qualcosa di bello e importante al mondo, ma è importante che qualcuno creda in lui. Giorgio Esposito è un ragazzo romano di vent’anni, soffre di disturbi del neurosviluppo ed è innamorato della musica per la quale possiede un vero talento. Dopo un inizio da autodidatta, c’è stato chi ha creduto – e continua a credere – in lui e lo ha spinto a studiare per realizzare il suo sogno: entrare in Conservatorio. Per questo, Giorgio sta seguendo corsi di studio pre-accademici finalizzati a fornirgli le competenze richieste per l’iscrizione ai corsi accademici di primo livello. In occasione del 2 aprile, World Autism Awareness Day (Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo), lo abbiamo incontrato e, tra momenti di timidezza e molti sorrisi, ci ha raccontato la sua storia. Una storia che inizia una decina di anni fa quando conosce il signor Alvaro, titolare di un negozio di articoli e strumenti musicali nel quartiere di Centocelle.“Alvaro scrive tante poesie, io le ho lette e mi sono molto piaciute. Così ho cominciato a frequentare il suo negozio dove mi lasciava suonare le tastiere e mi faceva molti complimenti”. Gli chiediamo come ha imparato a suonare. “All’inizio – risponde – da solo con i video su YouTube, poi Alvaro ha convinto i miei genitori a mandarmi a lezione alla John Coltrane Music School dove ho migliorato le tecniche a due mani e ho imparato a leggere gli spartiti. Devo ringraziare per questo il mio insegnante di pianoforte Federico Russo, ed anche Marco Fabiani, il mio insegnante di solfeggio”. Con il loro sostegno, e con il supporto della sua psicoterapeuta Silva Stomeo, e dello psichiatra Tonino Cantelmi, presidente dell’Itci (Istituto di terapia cognitivo interpersonale) dove viene seguito, Giorgio ha composto un brano, “Il corso di una lacrima”, che ha eseguito anche in pubblico e per il quale lo scorso 14 marzo ha ricevuto dal Rotary Roma sud il Premio Musica 2024 del Rotary.
“ ‘II corso di una lacrima’ – ci spiega – nasce da un mio momento di tristezza, di difficoltà nel quale mi sono messo a scrivere. Non mi piace tanto come è venuto – aggiunge con un timido sorriso – però sono sorpreso e contento perché agli altri piace”. Gli chiediamo che cosa rappresenti per lui scrivere ed eseguire musica: “Quando suono i brani di altri, a me piace eseguire Bach, Mozart, Chopin, sono sempre in ansia perché devo rispettare una certa tecnica. Diventa impegnativo perché puoi dare, sì, l’interpretazione, ma devi comunque essere bravo a capire il brano; invece se esegui cose tue è più rilassante perché te la gestisci tu”. E aggiunge:
“Attraverso la musica riesco ad esprimermi meglio che con le parole. La musica mi rilassa, mi dà emozioni positive, oppure mi convince a fare delle cose, e quando riesco ad esprimermi mi sento più contento.
Ad esempio, con ‘Il corso di una lacrima’ volevo far capire che stavo attraversando un momento difficile e ho ritenuto che il linguaggio del pianoforte fosse lo strumento più efficace”. “Nella mia situazione – spiega – mi capita qualche volta di sentirmi male quando non mi sento compreso, oppure quando mi vengono dei brutti pensieri, e nella maggior parte dei casi la musica mi aiuta a stare meglio”.
La prima volta che Giorgio ha suonato in pubblico è stata al saggio della scuola: “Ero al secondo anno, ero ancora alle basi e tremavo per la paura, ma ho ricevuto molti applausi”. Poi ha suonato in ospedale, durante un ricovero, e al Rotary Roma. “Ho il quadro dell’attestato premio che mi hanno dato appeso in camera, e ho anche vinto una borsa di studio che utilizzerò per la scuola – racconta con orgoglio -. Mi hanno fatto molti complimenti e mi sono sentito bene, soddisfatto perché avevo superato la paura e avevo vinto una sfida importante”. A scuola di musica, racconta ancora, “ad un certo punto ho capito che dovevo applicarmi di più sul solfeggio, ed ora mi piace moltissimo perché con l’orecchio assoluto riesco facilmente a fare le cose. Con Marco, il mio insegnante, facciamo dei dettati. Lui suona e noi dobbiamo scrivere le note e i tempi. In questo – e si schernisce con un sorriso – ora sono molto bravo e questo mi incentiva a studiare sempre più”.
Ma Giorgio non ama solo la musica: “Mi piace molto e mi aiuta a stare bene anche scrivere il mio diario, e scrivere in generale. Vorrei fare anche lo sceneggiatore, ma una cosa alla volta. Prima il Conservatorio, poi vedremo”. Ed ha un’altra grande passione: “Amo la storia, in particolare la rivoluzione francese e Napoleone, che a scuola studiavo sempre volentieri. Sulla figura di Napoleone, le sue battaglie e vittorie ho molti libri: mi ha sempre colpito in modo positivo”. Concludiamo il nostro incontro con un grande applauso perché, ci aveva confidato, prima di iniziare questa intervista era “un bel po’ in ansia”. “Ma sei andato benissimo”, gli diciamo. E lui:
“Sono contento. Anche questa è stata una sfida con me stesso”.
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Fonte: Agensir del 02/04/2024 Articolo di Giovanna Pasqualin Traversa