Conclusioni del Prof. Tonino Cantelmi al al convegno del 2 Dicembre La Chiesa Italiana e la Salute Mentale. Cultura del provvisorio, scarti e nuovi poveri: il disagio psichico al tempo della tecnoliquidità. “Le Chiese italiane fanno tantissimo, fanno rete, ma occorre fare un passo avanti: che le comunità abbiano come progetto e obiettivo l’abbattimento dello stigma. È la frontiera da raggiungere”. Lo ha detto Tonino Cantelmi, docente di Cyberpsicologia all’Università Europea di Roma, nel suo intervento, questo pomeriggio, in cui ha tracciato le conclusioni del convegno “La Chiesa e la salute mentale. Cultura del provvisorio, scarti e nuovi poveri: il disagio psichico al tempo della tecnoliquidità”, organizzato, a Roma, dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei e dal Tavolo nazionale per la salute mentale, in collaborazione con l’Aippc. “Se c’è una cosa che impedisce nel 2017 ai pazienti psichiatrici di accedere alle cure è proprio lo stigma – ha sottolineato lo psichiatra -. Superarlo credo che sarebbe la svolta di tante realtà difficili, perché è un ostacolo all’accoglienza”. Di fronte ai problemi di salute mentale dei figli, spiega Cantelmi, “la vita di una famiglia si isola sempre di più, perché le nostre comunità ancora non sanno accogliere una persona strana, bizzarra”. Ecco, dunque, la sfida: “Elaborare progetti, piani pastorali sul tema della rottura dello stigma e della vera accoglienza”. Fonte Sir