Il ’68: una rivoluzione dimenticata o da dimenticare? Atti

Estratto del contributo di Tonino Cantelmi: “L’amore e l’amicizia ai tempi dei social: dal ’68 alla rivoluzione tecnoliquida”. In questa raccolta degli Atti del XIX Corso dei “Simposi Rosminiani”, l’intenzione dei relatori è stata quella di offrire, a cinquant’anni di distanza, un’analisi a 360 gradi di questo fenomeno sociale, che di fatto ha generato un mutamento globale nella cultura, nella concezione morale, nella riflessione cristiana, nel pensiero politico, nella concezione economica, nello stile di vita personale, familiare e comunitario, considerando il 1968 come simbolo di tutto ciò che lo precedette e lo ha fatto scoppiare, compresi gli esiti che ci troviamo a vivere oggi, verificando cosa possiamo raccogliere di positivo.

L’eredità del ’68 tra errori e speranze

Cinquanta anni fa fu il ’68. Una rivoluzione, per alcuni mancata, per altri fallita e per altri ancora da dimenticare. Per la prima volta nella storia sono i giovani a diventare protagonisti. E oggi? Oggi i giovani sono di nuovo protagonisti: l’umanità vive nei social e nelle app, quasi tutti “inventati” da ragazzini. Sono i giovani a guidare una nuova rivoluzione: la rivoluzione digitale. Ma una colossale differenza segna le due rivoluzioni giovanili: nel ’68 i giovani contestavano gli adulti e sognavano un mondo migliore, oggi i giovani sono indifferenti verso gli adulti, non protestano e non propongono utopie: vivono un presente tecnologico dilatato, velocissimo e frammentato, sono disinteressati al passato e sostanzialmente non credono al futuro.

E’ necessario ritornare all’umano

Intervista al Prof. Cantelmi a cura di Salvatore D’Angelo. Nessun vaccino, solo buon senso. Questa la ricetta di Tonino Cantelmi per gestire la rivoluzione digitale che rischia di risucchiare la vita di giovani e adulti. I social – afferma Cantelmi nel corso dell’intervista – incidono in modo fatale: modificano l’assetto cognitivo, emotivo, affettivo e sociorelazionale. Nessun vaccino, solo buon senso.

Dalla relazione alla connessione

“Siamo alle soglie di una fase evolutiva dell’umanità, caratterizzata da tecnologie sempre più umanizzate e da uomini sempre più tecnologizzati”. Lo ha detto Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, intervenendo ieri al convegno su “L’educazione alla fede cristiana nell’epoca di internet. “Molti osservatori – ha proseguito l’esperto – hanno evidenziato come l’inizio del Terzo millennio sia stato contrassegnato dalla più straordinaria ed epocale crisi della relazione interpersonale”, causata dall’esplodere della rivoluzione digitale: si tratta, per Cantelmi, di una “profonda crisi della relazione interpersonale”, in cui alla relazione si sostituisce la “connessione”

Nella società dei Narcisi le relazioni impazziscono

Cosa ha determinato la crisi della relazione interpersonale? Molte osservazioni inducono a pensare che alla radice ci siano almeno tre fenomeni, essi stessi amplificati a dismisura dalla rivoluzione digitale. Il primo è senz’altro costituito dall’incremento del tema narcisistico, dell’amore egoistico per se stessi (di cui gli innamoramenti in chat e le amicizia in facebook sembrano essere i corrispettivi telematici), sostenuto da una civiltà dell’immagine senza precedenti nella storia dell’umanità, con la conseguenza che l’agire è determinato e sostenuto dalla necessità quasi incontrollabile di soddisfare i propri desideri a qualunque costo.

I Nativi Digitali

.. Internet è solo uno dei tanti cambiamenti indotti dalla rivoluzione digitale, la cui tecnologia non può essere semplicemente interpretata come “strumenti”: la rivoluzione digitale è tale perché la tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, una estensione della mente umana … articolo del prof. Tonino Cantelmi su ZENIT