Il costante richiamo del Magistero della Chiesa alla considerazione dell’uomo, entità unica e irripetibile, se da una parte ha incentivato, in ambito canonico, una indagine psicopatologica di tipo antropofenomenologico ed esistenzialista, dall’altro ha incoraggiato il ricorso a modelli diagnostici che, superando l’impostazione clinico-nosografica su base categoriale, si rivelino funzionali alla descrizione, quanto più possibile rigorosa e puntuale, del profilo di personalità del soggetto, evidenziandone le informazioni relative all’unicità funzionale di ciascuno.
In tale ottica, il presente studio si propone di valutare le implicazioni teoriche ed applicative del modello diagnostico dimensionale, recentemente introdotto dal DSM-5, quale strumento idoneo a favorire il dialogo tra giudici e periti nelle cause di nullità per incapacità consensuale. Nella ricerca, infatti, di un lessico comune tra scienza e diritto, si evidenzia sempre più chiaramente come, in base alla più matura riflessione sul concetto di “gravitas”, anche il tratto di personalità, indipendentemente dall’accesso ad un vero e proprio disturbo, possa assumere autonoma valenza patologica e produrre una compromissione della capacità consensuale matrimoniale.
Nuove prospettive canonistiche in tema di tratti di personalità alla luce del DSM-5
Autore/i: Michela Profita e Tonino Cantelmi
Collana: Collana Studi Giuridici CXXXIII
Editore: Libreria Editrice Vaticana 2022
Autore/i: Michela Profita e Tonino Cantelmi
Collana: Collana Studi Giuridici CXXXIII
Editore: Libreria Editrice Vaticana 2022