Fonte: la voce del 15/04/2022

Stefania di Milano non sa come fare per rendere “un po’ meno triste” il 17enne che ospita insieme alla madre. Davide racconta che con il suo 16enne scuola e sport hanno aiutato, Teresa riesce a strappare un sorriso al 14enne che ha in casa cucinando la pizza; alcune persone di Milano propongono di far incontrare i ragazzi tra loro. Pannicelli caldi sulle ferite dell’anima. “Un adolescente in crisi si chiude. Deve elaborare. Questo va rispettato e non drammatizzato. L’unico modo che hanno gli adulti per aiutarlo è favorendo l’incontro con altri adolescenti”, spiega lo psicoterapeuta e psichiatra Tonino Cantelmi. “Il compito evolutivo dell’adolescenza è quello della costruzione di reti sociali tra pari. E’ un compito importantissimo che non andrebbe interrotto, e va favorita la sua ripresa”. Ma accanto a chi si chiude nel silenzio, “ci sono molti giovani
ucraini che stanno reagendo, grazie alla possibilità di trasformarsi essi stessi in parte attiva della resistenza: che non si fa con le armi, ma è una resistenza social”, osserva Cantelmi.
“Vediamo un gruppo di adolescenti particolarmente attivo che attraverso i social cerca di aiutare chi è rimasto in Ucraina. E’ il loro modo di combattere”. E questa resistenza si gioca su entrambi i fronti: “I giovani e i giovanissimi stanno conducendo una forma di resistenza bellissima anche in Russia, con l’attivismo social su reti clandestine per informarsi e informare, senza lasciarsi incantare dalla propaganda”.