Fonte: agenzia Dire del 09/02/2016

 

(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 9 feb. – Le relazioni ai tempi di Tinder, Whatsapp, Instagram e Facebook sono “cortocircuitate e a buon mercato”. Verità amara quella rivelata alla DIRE da Tonino Cantelmi, psichiatra, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, esperto in tecno-dipendenze (www.itci.it).

“Sono relazioni cortocircuitate perché rapidissime nel loro instaurarsi, nel consumarsi e nel chiudersi. L’immagine migliore è proprio un cortocircuito con una bella fiammata. Sono a buon mercato- spiega Cantelmi- perché non richiedono un impegno totale: non è importante fare tutto in una relazione”.

– Questo discorso puo’ essere esteso a tutta la tecnologia? “Si’. Ci sono però delle piccole differenze- precisa l’esperto- Facebook o Instagram sono per grandi vanitosi narcisisti, mentre le altre App per persone che sessualizzano ed erotizzano molto. Ecco che il romanticismo si trasforma in un narcisismo da pavone o in una conquista molto erotica. Sono dunque due le tendenze: da un lato l’erotismo e dall’altro il narcisismo”.

– I social network amplificano quindi la tendenza al narcisismo? “L’obiettivo di chi utilizza strumenti come Facebook, Instagram o Twitter è ottenere il consenso degli altri utenti attraverso ‘like’, condivisioni e numero di ‘seguaci’. Alla ricerca di popolarità, la vita raccontata su internet spesso non corrisponde a quella reale- continua il terapeuta- perché deriva da una selezione delle foto migliori e dalla scrittura di commenti che non ci appartengono davvero. Il risultato? Piu’ ci concentriamo su come rappresentarci, piu’ ci allontaniamo da noi stessi”.

– Come si trasformano i sentimenti? “Tutto quello che era il sentimento, il sentire, oggi non va oltre la miccia di innesco. Il sentimento è coartato nella parte iniziale e finisce per coincidere con l’attrazione, l’erotismo, il narcisismo, l’emotivismo e il bisogno di provare emozioni forti”.

– È uguale per adulti e adolescenti? “E’ molto piu’ intenso per gli adulti 40enni e 50enni- fa sapere lo psichiatra- è la generazione piu’ colpita, che oggi chiamiamo adultescenti. Basta guardare i profili Facebook delle mamme, che sono piu’ competitivi di quelli delle loro figlie. I nostri adolescenti, in qualche modo, cercano ancora di credere nell’amore”.

– Come varia il concetto di intimità? “Rispetto agli incontri faccia a faccia, quelli virtuali favoriscono il confronto su tematiche e informazioni personali che un tempo venivano condivise solamente con le persone piu’ care. Questo- sottolinea lo psicoterapeuta- demolisce il senso di intimità e abbatte troppo in fretta le barriere”.

– Oggi viviamo in una civiltà dell’immagine, e’ piuttosto un voyeurismo che sta trasformando le relazioni? “Ricordo un episodio che si è verificato negli Stati Uniti: due persone si sono sposate al primo incontro in aeroporto dopo essersi conosciute e piaciute su Instagram, e la donna ha anche tre figli. Sembra una montatura ma è il segno dei tempi. Perché mi piace una persona?- chiede Cantelmi- semplicemente perché accresce il mio narcisismo, ecco perché può bastare una foto. Nell’immagine ci vedo e ci metto solo me stesso, l’altro mi interessa veramente poco. Queste App rapidissime con cui le persone si incontrano e consumano i loro rapporti lascia intendere questo messaggio. Secondo me, oggi, le persone sono piu’ sole. Hanno sicuramente piu’ rapporti, frequentano molta gente, c’è piu’ sessualità, piu’ erotismo, ma il tema fondamentale dei social è l’estrema solitudine come conseguenza finale”.

– La tecnologia, invece di essere uno strumento che ci aiuta, ci danneggia irrimediabilmente? “La tecnologia è una sbornia in questo momento- afferma il direttore dell’Istituto di terapia cognitivo interpersonale- e come tutte le sbornie speriamo finisca presto e possa essere usata nel modo giusto”.

– L’amore digitale insomma non esiste? “La tecnomediazione dell’amore, come quella dell’amicizia, impoverisce l’umano e rende sempre meno umano ciò che è umano. Dal mio punto di vista la conseguenza finale è un incremento della solitudine. Vedo persone che a 50 anni recuperano vecchi flirt adolescenziali, hanno sbornie, mettono in discussione tanti aspetti della loro vita- racconta il terapeuta- poi però vengono a chiedere aiuto. Sono distrutti e soli”.

– Come affrontare questa deriva? “Credo che il bisogno di incontrare l’altro in modo autentico sia irriducibile. Questo bisogno riemergerà e le persone in qualche modo ritroveranno la voglia di incontrarsi realmente”.

– Oggi si impone una nuova domanda: è piu’ autentico il profilo Facebook o la persona stessa? “C’è una forte confusione sul ‘Chi sono io’. Prima o poi dovremo dare una risposta a questo ‘Chi sono io’ e quando accadrà, si verificherà un cambiamento nella nostra società. Il solo porsi questa domanda innescherà il meccanismo per risalire la china- conclude Cantelmi- questo non vuol dire però rinunciare alla tecnologia, che è importante e non va demonizzata”.

(Wel/ Dire)