Fonte: fortuneita.com del 06/06/2023

 

Articolo di Margherita Lopez

“Ho mangiato una piadina e poi l’ho uccisa”. “L’ho fatto per lo stress di intrattenere due relazioni contemporaneamente”. “Non ho provato rabbia, non ho agito per vendetta, non ho provato nulla”. Le parole di Alessandro Impagnatiello e il delitto di Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi, da giorni tengono banco sui media. Orrore, sgomento, incredulità.

Questa volta all’ennesima uccisione di una giovane donna, un femminicidio, si aggiunge quella del suo piccolo non ancora nato, e sui social – ma anche sui media tradizionali –  fioriscono analisi e interpretazioni: dagli psichiatri, ai familiari in lutto, fino a giornalisti e opinionisti. Cosa sta succedendo? “Va in scena l’assurdo: maschere, pattern di autoinganno, manipolazioni, contraddizioni dissimulate. E di fronte all’assurdo, come direbbe Camus, si scatena il circo mediatico alla ricerca di una qualche comprensione”, dice a Fortune Italia Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta specializzato in neuro-sviluppo, professore di Psichiatria dell’Università Gregoriana di Roma.

“Sì, perchè dietro il circo mediatico – continua Cantelmi – c’è proprio il bisogno di capire l’assurdo, di dare significato a ciò che è orrido e incomprensibile nella sua incredibile banalità”.

Un delitto, quello di Senago, che colpisce per la totale assenza di coinvolgimento emotivo. E che sembra segnare la fine di ogni pudore sul fronte dell’informazione, man mano che le indagini progrediscono. La fatidica frase: ‘Cosa prova?’ non risparmia nessuno, a iniziare dai familiari della vittima, passando per la madre del carefice.

“Ecco un esempio attuale delle conseguenze di quello che  Hannah Arendt definì la banalità del male. In altri termini – conclude Cantelmi – mi sento di assolvere il circo mediatico: abbiamo bisogno di capire e cerchiamo voluttuosamente dettagli che possano illuminare l’assurdo“. Ecco perché continueremo a seguire le indagini – oggi sono stati ritrovati i documenti e il coltello usato per uccidere Giulia (sul frigo di casa) – nella speranza di comprendere, esorcizzando così il pericolo che l’orrore possa ripetersi, arrivando vicino a noi.

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