Fonte: Vatican News del 18/06/2022
“In cammino verso il Giubileo”. È così che il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, sintetizza lo spirito dell’iniziativa lanciata oggi a margine del simposio intitolato ‘Chinarsi sulla vita’, che si è svolto presso l’aula nuova del Sinodo in Vaticano. “Si tratta della prima tappa di un itinerario che abbiamo pensato per fare rete, mettere assieme le persone e contribuire in questo modo ad organizzare la speranza come ci chiede Papa Francesco”.
Nove appuntamenti fino al 2025
Sono in tutto nove gli appuntamenti che si svolgeranno fino al 2025: ne sono previsti tre per ciascun anno e per ciascun tema considerato fondamentale per costruire la fraternità e l’amicizia sociale. “Abbiamo cominciato dal tema della prossimità e della cura che abbiamo declinato sotto angolature diverse”, dice il cardinale: “la prima, quella odierna, è legata alla salute; la seconda sarà dedicata alle marginalità e alle periferie della vita e la terza ai ragazzi e ai giovani con un taglio più educativo e pedagogico”.
Insieme
Il tema del 2023 sarà ‘Riconciliazione e purificazione della memoria’, quello del 2024 ‘L’amore politico’. Gli altri due appuntamenti del 2022 si terranno il 17 settembre e il 3 dicembre e seguiranno sempre la stessa formula chiamata ‘Cammini Giubilari Sinodali’. Illustrandola il cardinale utilizza parole simili a quelle impiegate nei mesi scorsi per annunciare il varo della ‘Fondazione Fratelli Tutti’ che è l’ente organizzativo assieme alla Basilica di San Pietro. “Sono soprattutto occasioni per trovarsi assieme, realtà ecclesiastiche e laicali: ascoltarsi reciprocamente, far emergere quello che già si fa di bello in questi ambiti e poi cercare una sintesi che abbia anche un contenuto spirituale che possa riverberarsi nel cammino di ciascuno nelle proprie realtà”.
Fratellanza e speranza
Riflettendo ancora sullo stile e sul metodo degli incontri, il cardinale sottolinea l’importanza di ritrovarsi intorno ad “un principio d’ordine unificatore” che è appunto la fratellanza la quale costituisce un tassello fondamentare anche per concretizzare la speranza. Più precisamente il format prende le mosse da una tavola rotonda con le relazioni di alcuni ‘addetti ai lavori’. Moderati da padre Francesco Occhetta, segretario generale della Fondazione Fratelli Tutti’, che ha preso la parola dopo i saluti di benvenuto da parte di monsignor Orazio Pepe, segretario della Fabbrica di San Pietro, i relatori di oggi sono stati: monsignor Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana; il professor Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, docente e scrittore; e la dottoressa Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ciascuno ha raccontato la propria esperienza ribadendo che la relazione e l’umanizzazione rappresentano la chiave dell’innovazione dei percorsi di cura.
I giovani e la pandemia
Il professor Cantelmi, inoltre, ha lanciato l’allarme sul peso dei disturbi mentali nella società contemporanea, parlando in particolare del peggioramento della situazione dei giovani dopo la pandemia. Osservazioni, che assieme alle altre, hanno animato il momento successivo: quello dei laboratori di dialogo. In pratica, tutti i partecipanti si sono divisi in tre gruppi riunendosi in luoghi differenti dove hanno proseguito il confronto prima di rientrare in plenaria per condividere brevemente le questioni trattate per concludere l’appuntamento.
Mettersi tutti in gioco
“Mi aspetto che tutti ci mettiamo in gioco”, afferma il cardinale Gambetti che aggiunge: “l’importante è credere che gli altri siano fratelli con i quali condividere, scambiare opinioni e magari anche confliggere”. E questo è particolarmente stringente quando si parla di cura in un momento storico segnato dall’individualismo. “Occorre far leva sulla bontà che è in noi: bisogna risvegliarla, affinché ciascuno si faccia prossimo. E bisogna anche sviluppare il senso critico, ragionando insieme agli altri per un sistema nuovo basato su valori che rendano la vita più bella”.
Il percorso della bellezza
Questo, dunque, il contributo sinodale al Giubileo della Speranza che parte dalla Basilica di San Pietro la quale vuole trasformarsi in un luogo di relazione e di ricerca umana spirituale. E proprio a proposito della spiritualità, ‘Il percorso nella bellezza’, effettuato in serata nella Basilica di San Pietro a porte chiuse, ha rappresentato il momento finale del simposio. Un percorso – conclude Gambetti – fondato sulla ricerca di quelle opere iconografiche e statuarie legate alla cura degli altri e per sottolineare l’importanza di tenere assieme le diverse dimensioni della vita: quella operativa, quella psichica e quella spirituale.
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