Minori e Sesso nei Media

Fonte:www.aiart.org da Agenzia SIR del 27/9/11


Pubblicato il 28/09/2011

 

MINORI E SESSO NEI MEDIA: CANTELMI, SERVONO LEGGI PER TUTELARLI

Da Agenzia SIR del 27/9/11

“Dobbiamo ‘abolire’ il concetto di innocenza dell’infanzia; prendere atto di questa realtà e attrezzarci per prevenirne e contenerne le gravi conseguenze”, tuttavia l’impegno educativo non basta: “servono strumenti legislativi per tutelare i nostri bambini dall’ipersessualizzazione, ossia dall’eccessiva esposizione a stimoli di natura sessuale attraverso i media”. Non usa mezzi termini Tonino Cantelmi, psichiatra e presidente dell’Aippc (Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici), interpellato dal SIR sui dati emersi dall’indagine su affettività e sessualità promossa dall’Istituto di Ortofonologia di Roma che nei giorni scorsi ha lanciato, in collaborazione con la Società italiana medicina dell’adolescenza, la rubrica online “Se Sso è meglio!” sul portale diregiovani.it . “Che il 70% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni scinda l’affettività dalla sessualità non è affatto sorprendente – commenta -; né che i primi rapporti completi avvengano anche a 13-14 anni. Questo e certamente il risultato di una profonda crisi antropologica all’interno della quale si è sviluppata una sorta di ‘rivoluzione sessuale’ in nome di una distorta nozione di ‘nuove libertà’, mentre si registrava una forma di ‘resa educativa” da parte di famiglie e agenzie educative”. Qui “si è insinuato il fenomeno dell’ipersessualizzazione attraverso Internet anzitutto, ma anche tv, cellulari”. Per Cantelmi, la rubrica “Se Sso è meglio” “va a colmare un vuoto che dovrebbe essere riempito dalla famiglia, ma non in età preadolescenziale, quando i ragazzi mettono i genitori in discussione, bensì molto prima, quando i nostri figli ci considerano ancora dei modelli. Invece sono proprio i genitori a non sapere/volere affrontare questi temi in modo tempestivo”. Oggi, assicura lo psichiatra, “un bambino di sei anni non è più ‘troppo piccolo’; certo occorre usare linguaggio e modi adeguati, ma la cosiddetta ‘età dell’innocenza’, nella nostra società ipersessualizzata e precocizzata, difficilmente dura oltre i sei anni”, realtà che “purtroppo sfugge alla maggior parte dei genitori”. Per tentare di “battere sul tempo questo fenomeno devastante” per il quale “l’allusione sessuale è ovunque, il corpo è visto sempre più come oggetto, la pornografa è facilmente accessibile a tutti, dobbiamo essere più coraggiosi, ma occorrono anche interventi legislativi per impedire che l’industria mediatica continui indisturbata ad inondare i nostri figli di messaggi e stimoli distruttivi”. “È venuto il momento – conclude Cantelmi che di recente ha pubblicato uno studio in materia – di una chiara ed energica presa di posizione da parte di tutti: famiglia, Chiesa, mondo associativo e della scuola, società, politica”.

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MINORI, MEDIA E SESSO

Devastante cortocircuito

Urgono leggi adeguate che si affianchino all’impegno educativo “Dobbiamo ‘abolire’ il concetto di innocenza dell’infanzia; prendere atto di questa realtà e attrezzarci per prevenirne e contenerne le gravi conseguenze”, tuttavia l’impegno educativo non basta: “Servono strumenti legislativi per tutelare i nostri bambini dall’ ipersessualizzazione,ossia dall’eccessiva esposizione a stimoli di natura sessuale attraverso i media”. Non usa mezzi termini Tonino Cantelmi, psichiatra e presidente dell’Aippc (Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici), interpellato dal SIR sui dati emersi dall’indagine su affettività e sessualità promossa dall’Istituto di Ortofonologia di Roma che nei giorni scorsi ha lanciato, in collaborazione con la Società italiana medicina dell’adolescenza, la rubrica online “Se Sso è meglio!” sul portale diregiovani.it.

Dove sono le famiglie? “Che il 70% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni scinda l’affettività dalla sessualità non è affatto sorprendente – commenta lo psichiatra -; né che i primi rapporti completi avvengano anche a 13-14 anni. Questo è certamente il risultato di una profonda crisi antropologica all’interno della quale si è sviluppata una sorta di ‘rivoluzione sessuale’ in nome di una distorta nozione di ‘nuove libertà’, mentre si registrava una forma di ‘resa educativa” da parte di famiglie e agenzie educative”. Ma proprio su questo terreno fragile “si è insinuato il fenomeno dell’ipersessualizzazione attraverso Internet anzitutto, ma anche tv, cellulari, riviste e pubblicità”. Per Cantelmi, la rubrica appena lanciata “va a colmare un vuoto che dovrebbe essere riempito dalla famiglia, ma non in età preadolescenziale, quando iragazzi mettono i genitori in discussione, bensì molto prima, quando i nostri figli ci considerano ancora dei modelli. Invece sono proprio i genitori a non sapere/volere affrontare questi temi in modo tempestivo”. Oggi, assicura lo psichiatra, “un bambino di sei anni non è più ‘troppo piccolo’; certo occorre usare linguaggio e modi adeguati” e “occorre far capire, soprattutto con l’esempio, che l’affettività è un orizzonte più ampio della mera reazione emotiva: richiede amore, attenzione per l’altro, rispetto, responsabilità”, ma è necessario iniziare a farlo prima della fine della cosiddetta “età dell’innocenza” che, “nella nostra società ipersessualizzata e precocizzata, difficilmente dura oltre i sei anni”, anche se “la maggior parte dei genitori ignora che a sette/otto anni un bambino conosce già alcune pratiche sessuali”.

Fenomeno pervasivo e distruttivo. E questo, avverte, grazie al “fenomeno pervasivo e distruttivo dell’ipersessualizzazione attraverso i media, che va ben al di là delle nostre forze ma che con tutte le nostre forze dobbiamo denunciare”, e per il quale “l’allusione sessuale è ovunque, la sessualità è trasgressiva e svincolata dal rapporto d’amore, il corpo è visto sempre più come oggetto, la pornografa è facilmente accessibile a tutti”. Cantelmi, che ha di recente pubblicato uno studio in materia, chiama in causa soprattutto Internet, da cui è possibile scaricare materiali di ogni tipo; denuncia il “Sexting”, “scambio di immagini, video e foto del proprio corpo via Pc o cellulare, spesso accompagnato dalla “microprostituzione”, che sta spopolando in Italia, mentre negli Usa, dove è nato, ha indotto una riflessione legislativa”, ma punta il dito anche contro alcune emittenti televisive. Fra tutte Mtv e “la nostra piattaforma Sky che trasmette un programma di educazione sessuale insegnando la seduzione a ragazzine di 11-13 anni”, per non parlare dei talk-show, telefilm e spot pubblicitari più o meno espliciti che accomunano tutte le reti. Quali le conseguenze? “Prima ancora di sviluppare capacità relazionali e schemi mentali adeguati – risponde lo psichiatra -, questi ragazzini, poco più che bambini, hanno già erotizzato le relazioni interpersonali”. Di qui “rapporti sessuali sempre più precoci, bullismo a sfondo sessuale a partire dagli ultimi anni delle scuole elementari, dipendenza da cybersex; rafforzamento del narcisismo e preoccupazione eccessiva per il proprio aspetto esteriore”; un vero e proprio “corto circuito” di fronte al quale per Cantelmi non ci si può arrendere.

Una chiara presa di posizione. “Nel Regno Unito – afferma – a seguito di ripetute denunce da parte di associazioni familiari è allo studio una serie di misure legislative per proteggere i minori da questo fenomeno devastante”. “Perché – si chiede – tutto questo in Italia non avviene? Forse gli interessi in gioco sono più forti?”. Se da un lato “occorre una rinnovata competenza educativa per formare i bambini fin da piccoli alle relazioni autentiche”, per Cantelmi “dovremmo anche essere più coraggiosi e chiedere interventi legislativi per impedire che l’industria mediatica continui indisturbata ad inondare i nostri figli di messaggi e stimoli distruttivi”. “Basta con l’ipocrisia di non voler sapere e vedere. È venuto il momento – conclude – di una chiara ed energica presa di posizione da parte di tutti: famiglia, Chiesa, mondo associativo e della scuola, società, politica. Forse dovremmo addirittura immaginare la configurazione del reato di ipersessualizzazione del minore attraverso i media”.

a cura di Giovanna Pasqualin Traversa

Fonte: Società per l’Informazione Religiosa – S.I.R.