Uso dei social network e depressione, una «spirale» infinita che causa dipendenza patologica negli adulti

Fonte: corriere.it


Pubblicato il 02/04/2016

Articolo di Simona Marchetti

Che sia per chattare con gli amici o per farsi semplicemente gli affari altrui, oggi i social network sono diventati parte integrante della vita di un adulto, che spesso ne diventa talmente ossessionato da entrare in una vera e propria spirale patologica, che lo porta a sviluppare quella che viene definita “dipendenza da internet”, ovvero un disturbo psichiatrico strettamente collegato alla depressione. Ma contrariamente a quanto avevano lasciato supporre precedenti studi sull'argomento che avevano dato risultati contrastanti a causa dell'esiguo campione testato o perché limitati a una sola piattaforma social, questa dipendenza dalla vita online sarebbe assai più estesa di quanto si pensi.

Trovare il punto di equilibrio

Questa è la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori della School of Medicine dell'Università di Pittsburgh nel primo, esaustivo studio condotto su scala nazionale negli Stati Uniti, allo scopo di analizzare l'associazione fra una vasta gamma di mezzi di comunicazione sociale e la depressione, patologia che gli esperti prevedono diventerà la causa principale di disabilità nei Paesi ad alto reddito entro il 2030. «Considerando l'importanza che rivestono ormai i social media nell'interazione fra gli individui, è fondamentale che i medici riescano a riconoscere quale sia il punto di equilibrio, così da incoraggiare un potenziale uso positivo di tali strumenti» spiega Brian Primack, direttore del Center for Research on Media, Technology and Health di Pittsburgh, uno degli autori della ricerca. Finanziato dai National Institutes of Health, lo studio è stato anticipato online, prima di essere pubblicato sul numero di aprile della rivista Depression and Anxiety.


Il rischio del cyber-bullismo


«È molto probabile che le persone già depresse vadano sui social network per cercare di colmare un vuoto - sottolinea Lui yi Lin, co-autrice dello studio -, ma venire costantemente a contatto con rappresentazioni altamente idealizzate delle vite degli altri sui social media può scatenare sentimenti come l'invidia e spingere erroneamente a pensare che gli altri conducano un'esistenza più felice e di successo». Oltre a questo, la dottoressa Lin ha anche evidenziato come l'impegnarsi in attività marginali o di scarsa importanza sui social network «possa alimentare la sensazione di “sprecare il tempo”, influenzando negativamente l'umore, senza contare poi che passare troppo tempo sui social può aumentare il rischio di esporsi a pericoli come il cyber-bullismo o altre interazioni negative simili, tutti fattori che possono contribuire alla depressione».

Fonte: corriere.it

Proponiamo una serie di link che descrivono i primo casi clinici di "dipendenza da internet"

"Le dipendenze comportamentali" del 2004 di T. Cantelmi, E. Lambiase e A. Sessa,  pubblicato sulla rivista Psicoobiettivo edita dalla FrancoAngeli.

"Internet Addiction Disorder" del 1998 di T. Cantelmi e M. Talli, pubblicato su Psicologia Contemporanea Psicologia Contemporanea