Più gioco e più perdo: quando il gioco non lo controllo più

Nettuno 24/02/2024 - iniziativa promossa da Io ho un sogno, Moige e Promo Civitas


Pubblicato il 15/02/2024

Interventi previsti:

  • Tonino Cantelmi, presidente Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale ITCI 
  • Moreno Marchiafava, psichiatra Promo Civitas
  • Alessandra Conti, psicologa lo Ho Un Sogno Onlus
  • Valentina Gili, psicologa lo Ho Un Sogno Onlus
  • Beatrice Guerrini, avvocato Promo Civitas

Nell'immaginario collettivo è presente la convinzione che le dipendenze siano soltanto quelle legate all'uso e abuso di sostanze stupefacenti  e alcol. In realtà oggi sappiamo che esiste un altro gruppo di dipendenze, che vengono definite “new addiction”. Sono dipendenze che hanno per oggetto non una sostanza ma  dei comportamenti quali l’uso di Internet, il sesso, lo shopping compulsivo e il gioco d'azzardo.
Queste tendenze sono aumentate spaventosamente negli ultimi decenni. In particolare la dipendenza dal gioco d’azzardo ha raggiunto numeri da vera e propria emergenza sociale.
Secondo i dati  del Ministero della Salute si stima che solo nella Regione Lazio  i cosiddetti “giocatori problematci” ossia quelli che non riescono più a controllare l’attività del gioco siano tra i 73.450 e i  212.800.  I cosiddetti patologici, invece, ossia coloro che hanno sviluppato già una vera e propria dipendenza siano tra i 28.500 a 125.400. Sono dati  sbalorditivi, ma il fenomeno è sottovalutato, per via del fatto che non ne abbiamo una percezione chiara. Le ragioni del perché non ci si accorga di quante persone siano interessate da questo fenomeno vanno ricercate nel motivo per cui chi è vittima di questa dipendenza difficilmente chiede aiuto. In tutto il Lazio infatti , a fronte dei dati citati risultano attualmente in carico ai servizi per le dipendenze delle Asl (Ser.D.) soltanto 753 soggetti.
Questo significa che una percentuale che va dal 99,4% al 97,4% delle persone coinvolte nel da gioco d'azzardo patologico non si stanno rivolgendo al Sistema Sanitario Nazionale.
Lo stigma presente nella nostra  comune mentalità che ci porta a ritenere che un giocatore d’azzardo sia un viziato piuttosto che una persona con un problema di dipendenza è solitamente la variabile che maggiormente costituisce un ostacolo alla richiesta d'aiuto.
Si tratta di un problema  sanitario e sociale in crescita: alcuni numeri possono aiutare a farci una idea chiara:
Nel 2022 il volume della raccolta, ossia quanto hanno speso complessivamente gli italiani per il gioco è stata pari a 136 miliardi di euro; la spesa per la Sanità pubblica, per fare un paragone che ci può aiutare a capire di cosa stiamo parlando è stata di 129 miliardi.
Ma perché il gioco, che normalmente costituisce una attività sana e ricreativa, che favorisce anche le relazioni, può al contrario arrivare a diventare una attività capace di rendere schiava una persona fino a configurarsi come una vera e propria dipendenza?
Sbaglierebbe chi pensasse che il dipendente dal gioco d'azzardo lo diventi per via di una perversa brama di denaro. L’esperienza iniziale di una vincita al gioco (o anche solo la sensazione di correre un rischio piazzando una scommessa) può generare una sensazione mentale di euforia temporanea. Questa sensazione può dare una pausa da altri sentimenti più difficili da gestire nella nostra esistenza, quali la noia, la frustrazione, l’insoddisfazione, o da pensieri legati ai problemi presenti nella propria vita quotidiana; in altre parole  può fornire una fuga temporanea dalla problematicità della vita, ed è proprio questa sensazione di benessere che lascia una impronta mentale e che diventa la spinta motivazionale che porta la persona a tornare a giocare sempre più frequentemente, fino a non riuscire più a farne a meno.
Lotto, bingo, enalotto, superenalotto, slot machine, video lottery, gratta e vinci, scommesse sportive, giochi online sono tutte attività di gioco che possono indurre una grave dipendenza. Le conseguenze di questo fenomeno sono gravi,  sul piano fisico, mentale, relazionale e persino legale. Le ricerche indicano che 7 persone su 10 con tale dipendenza dopo essersi indebitate e aver distrutto tutti i legami amicali e familiari ed essere cadute nelle mani degli usurai, meditano il suicidio e di fatto il gioco d’azzardo patologico  è la seconda causa di suicidio dopo la depressione. Senza contare i risvolti economici per la società nel suo insieme.
Il problema è diffuso nella popolazione tra le diverse fasce d'età, e sempre più anche in quella giovanile.
Come possiamo aiutare chi non chiede aiuto?
Date le proporzioni del fenomeno la Regione Lazio ha ideato un progetto ad hoc per facilitare l’accesso alle cure, costituendo delle equipe mobili presso le città e i piccoli comuni con degli esperti del settore che possano prendere in carico le persone attraverso un percorso psicologico altamente specializzato da realizzarsi in maniera riservata e gratuita.
Presso le città di Nettuno e Anzio l’intervento è portato avanti dalle associazioni Io Ho Un Sogno Onlus e MOIGE
Telefonando al numero 388/1763612 oppure scrivendo una mail all’associazioneiohounsogno@itci.it chiunque abbia questa problematica ma anche amici o familiari o chiunque sia interessato ad approfondire la tematica ci può contattare in totale anonimato (non occorre rilasciare alcun dato)
Ne parleremo insieme il giorno 24 Febbraio 2024 a Nettuno presso la sede dell’associazione Promo Civitas in Via Romana 47 G, Galleria Lumaca.