Fonte: RomaSette.it del 20/04/2021

Raggiunto dall’Agenzia Sir, lo psichiatra Tonino Cantelmi, docente di cyberpsicologia all’Università europea di Roma e presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc), commenta il pestaggio di un ragazzo avvenuto sabato 17 aprile a Colleferro, a 7 mesi dall’omicidio di Willy Monteiro Duarte, nello stesso paese della provincia romana. L’aggressione ha portato al ricovero in codice rosso di un 17enne di Segni, “colpevole” di invadere, con i suoi amici, il territorio.

«La retorica non serve – afferma Cantelmi -. Noi adulti dobbiamo assumerci più responsabilità». Quindi, evidenzia le analogie tra i due episodi di violenza: «Il posto, il culto delle arti marziali degli aggressori, il distorto senso di appartenenza (bande, fazioni, gruppi), la giovanissima età dei protagonisti e il tipo di violenza. Tra i due eventi, entrambi accaduti a Colleferro – prosegue rispondendo alle domande del Sir -, abbiamo assistito a un tour della violenza che ha toccato città grandi e piccoli paesi, dalla maxi rissa fra bande di ragazzini al Pincio, che ha sfregiato Roma, alla Caracas delle bande giovanili di Gallarate. Risse organizzate attraverso il tam tam dei social fra gruppi di ragazzini che si identificano in baby band».

Un fenomeno tutt’altro che isolato, quindi, che tocca anche diversi luoghi della Capitale, tanto da spingere a «immaginare che accanto a quanto segnala la stampa ci sia un diffuso e capillare sistema di baby gang». Alcuni dati dell’Osservatorio nazionale sull’adolescenza, prosegue Cantelmi, «indicano che un ragazzino su tre ha partecipato ad una rissa. Simbolicamente, l’ultimo pestaggio di Colleferro, a un anno da quello precedente, segna il fallimento della retorica su Willy che abbiamo messo in atto per un anno: sdegno, incontri, murales, iniziative, appelli, articoli e interviste si sono rivelati inutili, stucchevoli e insignificanti».

Per lo psichiatra, è evidente che «il mondo mass mediale e culturale degli adulti non parla ai giovanissimi, che continuano ad andare per la loro strada». Questi ragazzi, osserva nel colloquio con il Sir, «vivono troppo separati da noi adulti, hanno riferimenti culturali costruiti da influencer loro pari (l’ultima: i sex influencer!) e sono indifferenti agli adulti. Ripeto quello che dissi un anno fa: dove siamo noi adulti? Dove sono stati in questo anno i due sindaci (di Colleferro e Segni) che oggi a nome delle due comunità esprimono il solito sdegno? Dove sono stati genitori ed educatori? È vero – conclude -: Dad, restrizioni sociali e stress pandemico hanno fatto la loro parte ma tutto questo già accadeva».

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Articolo di AgenSir:
Ragazzo aggredito a Colleferro: Cantelmi, “la retorica non serve. Noi adulti dobbiamo assumerci più responsabilità”