Prof. Cantelmi: costruire ponti di dialogo tra adulti e giovani

Notizie delle scorse settimane parlano di baby gang che si fronteggiano nelle piazze, figli che picchiano i genitori e gruppi di giovanissimi che in chat divulgano materiale pedopornografico e inneggiano al nazismo… Però tale fenomeno non può essere spiegato solo con la pandemia ed il lockdown, ma è anche dovuto alla mancanza di punti di riferimento ed alimentato da influencer, come sostiene il prof. Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc), che spiega da dove deriva questa violenza, che coinvolge i ragazzi

Dobbiamo costruire nuovi ponti di dialogo

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli episodi di violenza e le risse che coinvolgono giovani (e giovanissimi) in molte città italiane. Un fenomeno che la pandemia e il lockdown possono spiegare (in parte), ma che è anche dovuto alla mancanza di modelli e punti di riferimento. Ne è convinto Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, che ad Avvenire consegna alcune riflessioni per aiutare a inquadrare questa complessa realtà.

Omicidio di Willy Monteiro: Cantelmi (psichiatra), “tragedia che si poteva evitare. Siamo tutti colpevoli”

Il ragazzo, intervenuto per sedare una lite, è stato ucciso a calci e pugni da quattro ragazzi. “La riflessione che questa tragedia porta – spiega Cantelmi – è l’evidenza della mancanza di reti sociali di supporto, capaci di intercettare un disagio così clamoroso come questa violenza che i due dei ragazzi che hanno colpito Willy sembrano aver già espresso in altre occasioni. Una violenza coltivata e sotto gli occhi di tutti: frequentavano regolarmente i locali della zona, tenevano abitualmente comportamenti violenti ed erano temuti da tutti. Tutti ci dicono che stiamo costruendo una società individualista e parcellizzata e probabilmente l’epidemia di Covid ha dato anche una spinta in questa direzione”.

Dietro l’esplosione dei femminicidi l’incompetenza relazionale ed emotiva

I numeri dicono che ogni due o tre giorni una donna viene uccisa in Italia da un ex marito o da un amante respinto: già 10 nel primi giorni del 2016, 128 nel 2015, donne uccise da uomini feriti nel loro narcisismo, troppo fragili per gestire la frustrazione relazionale, dominati dall’incoercibile bisogno di affermare se stessi attraverso la violenza. Le vittime in genere hanno chiesto aiuto, molti sapevano, tanti gli indizi di una tragedia incipiente: ma nessuno è intervenuto. Nel 2015 118 nuovi orfani. Tutto ciò richiede un impegno pubblico per la costruzione di competenze relazionali ed emotive sin dall’infanzia. Articolo di Tonino Cantelmi

Aggressori e aggrediti: una realtà sociale

Nel corso del convegno organizzato dal Il Centro Antiviolenza della Croce Rossa Italiana di Avezzano sono stati trattati argomenti importanti e sensibili. Il Prof Tonino Cantelmi – psichiatra – dichiara: “Questa è un’epoca straordinaria, con una tecnologia di avanguardia, condividiamo tutto su FB, e su qualche altro social network ma fondamentalmente siamo più soli. In questa solitudine albergano tante nostre insicurezze. Direi che bisogna ricostruire la possibilità di stare insieme, incontrarsi parlare reciprocamente, questo per avere un antidoto contro la violenza. I genitori di oggi sono genitori piuttosto buoni, accudenti, affettuosi, ma incapaci di fare i genitori, di trasmettere il senso della vita. La violenza tra bambini, il bullismo è una delle violenze più crudeli, ed è l’interrogativo che ci stiamo ponendo, come mai tanti bambini aggrediscono altri bambini, come adulti dobbiamo avere la capacità di captare questo fenomeno e di intervenire”.

Degenera lite in strada a Roma: un morto e un ferito

Ha suscitato scalpore l’ennesimo episodio di violenza in città: ieri a Roma, nel quartiere di San Basilio, una lite tra automobilisti è degenerata in tragedia con l’accoltellamento di un ragazzo e l’uccisione dell’aggressore a colpi di pistola da parte di una guardia giurata, padre del giovane. I parenti della vittima hanno poi assalito l’ambulanza per impedire i soccorsi del figlio dell’omicida, picchiando tre sanitari, uno dei quali ha riportato la frattura della spalla. Un episodio inaccettabile per il neosindaco Ignazio Marino. Ma come interpretare tanta ferocia? Paolo Ondarza lo ha chiesto a Tonino Cantelmi

Il picconatore e il sindaco. La società postmoderna e l’incremento della violenza

Il picconatore e il sindaco: Kabobo semina il terrore per una lunghissima ora all’alba uccidendo più volte e Pisapia perplesso chiede ai milanesi come sia stato possibile che per tutto quel tempo nessuno abbia chiamato i soccorsi. Kabobo e Pisapia icone della società violenta ed individualista? Cosa ha determinato la crisi della relazione interpersonale? Molte osservazioni inducono a pensare che alla base della crisi della relazione interpersonale ci siano almeno tre fenomeni, essi stessi amplificati a dismisura dalla inarrestabile rivoluzione digitale.