Tra social e solitudini esasperanti

Articolo di Tonino Cantelmi. La pandemia da Covid-19 ha posto l’umanità in una curiosa contrapposizione: da una parte, un tempo sospeso che ci ha impedito di pensare al futuro in modo progettuale e, dall’altra parte, il fenomeno che potremmo definire “cambiamento/velocità”. Tutto ciò è avvenuto così rapidamente che il cambiamento stesso è stato velocità. La pandemia ha generato la necessità di cambiamenti velocissimi, adattamenti nuovi, forme di controllo sociale, diverse e tecnomediate, che hanno portato a un uso invasivo della tecnologia, coinvolgendo tutte le generazioni.

Incontrarsi… in Rete

Complice la pandemia e il senso di solitudine, da qualche anno il numero di utenti di chat, app e siti d’incontri nel web continua a crescere. Una tendenza preoccupante eppure, se gestita con consapevolezza, non per forza negativa. «Durante la pandemia abbiamo assistito a una colossale insurrezione digitale – conferma lo psichiatra Tonino Cantelmi, autore di Amore tecno liquido. L’evoluzione dei rapporti interpersonali tra social, cyber sex e intelligenza artificiale (Franco Angeli) –: nel tempo sospeso è avvenuta la più veloce rivoluzione di sempre. Milioni di persone hanno conosciuto smart working, Dad, chat, e-commerce e si sono riversate nel mondo digitale». Da qui il boom del dating online in risposta alla monotonia e alla solitudine.

Le risposte alla “Pandemia Psichica”

La voglia di tornare alla normalità, dopo la pandemia, non può ignorare che occorre riparare i danni che psicologi e psichiatri (ma anche le autorità sanitarie mondiali) segnalano da tempo in tema di salute mentale, con particolare riguardo alle giovani generazioni. «è fondamentale – puntualizza Cantelmi – lavorare sulla creazione di buone relazioni. Quasi tutti gli studi dicono che il 60% del disagio emotivo è legato a problematiche relazionali in area educativa, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza. E questa generazione, sconnessa dalla pandemia, rischia di pagare un prezzo in termini di competenze relazionali in futuro».

Il business degli oroscopi resiste alla pandemia

“Credevo che la pandemia avesse spazzato via gli oroscopi, perché per il 2020 erano stati previsti viaggi, avventure, successi, incontri. E poi come ben sappiamo tutto è stato spazzato via dalla pandemia”, ci dice Tonino Cantelmi, professore di cyberpsicologia alla Università europea di Roma (Uer), che sull’argomento ha svolto varie ricerche. “Poi però ho letto con attenzione gli oroscopi di quest’anno, e devo dire che c’è stata una metamorfosi: gli autori sono stati molti abili e sono riusciti a fare previsioni ambigue. Anche i più gettonati hanno realizzato narrazioni romanzate con frasi che possono dire tutto e niente. Insomma, la lezione del 2020, quando non hanno azzeccato nulla, è stata appresa: gli oroscopi per il 2022 sono diventati molto più ambigui, danno indicazioni ma lasciano intendere che però le cose potrebbero prendere un’altra piega, in positivo o in negativo”.

Disturbi psichici, le fragilità non viste

Un disagio esteso dalla pandemia, più tendenze suicide tra i giovani, risorse insufficienti: l’allarme degli specialisti. Intervengono per Avvenire Alberto Siracusano, Tonino Cantelmi e Maurizio Pompili, esperti psichiatri del Tavolo sulla Salute Mentale dell’Ufficio CEI per la Pastorale della Salute, impregnato da tempo per rimuovere lo stigma e promuovere una “cultura della vita” che contrasti la logica dello scarto.

Fiuggi, 64° congresso Rotary International: sfide dell’Italia post pandemia

Si è appena concluso il 64° Congresso del Distretto 2080 Rotary che si è svolto a Fiuggi dal 25 al 27 giugno. Convegno dal titolo significativo, “Tra Dedalo e Arianna il filo del Rotary nel labirinto della crisi”, e dai temi di stretta attualità: Ambiente, Salute, Giovani e Pace. Il Prof. Cantelmi ha parlato dei danni psicologici, ha voluto porre l’attenzione sulla fragilità mentale tra i giovani durante la pandemia. Il lockdwon ha sviluppato disturbi nel sonno, ansia, oltre a forzati distanziamenti sociali e quindi privazione di quelle aggregazioni e confronti essenziali per la crescita della “Next Generation“. «Ora, dopo aver vissuto un “tempo sospeso” – spiega il Prof. Cantelmi. dobbiamo assimilare il concetto anti-fragilità. Quindi, sviluppare nei nostri giovani un’abilità che è stata sommersa durante la pandemia, riattivando il pensiero al futuro, guardare in prospettiva».

Giovani e pandemia: come sviluppare la capacità di superare la solitudine esasperante

La pandemia da Covid-19 ha posto l’umanità in una curiosa contrapposizione: da una parte, abbiamo vissuto, e ancora viviamo, un tempo sospeso che ci ha impedito di pensare al futuro in modo progettuale e, dall’altra parte, ha generato il fenomeno, apparentemente contraddittorio, che potremmo definire “cambiamento- velocità”. Tutto questo è avvenuto talmente rapidamente che il cambiamento stesso è stato velocità… Continua a leggere l’articolo del prof. Tonino Cantelmi.

La lunga notte del disagio psichico

La pandemia ha esteso dipendenze e patologie mentali, ma la rete di protezione clinica e sociale è inadeguata rispetto ad una crisi silenziosa. La tragedia di Ardea ha svelato le carenze di un sistema che dovrebbe farsi carico dei casi a rischio. In questo articolo di Avvenire alcuni esperti del Tavolo CEI per la salute mentale, tra cui il prof. Tonino Cantelmi, hanno espresso le loro considerazioni.

Accompagnare le persone in sofferenza psicologica, nel contesto della pandemia del COVID-19

Proponiamo la presentazione del testo di Mons. Bruno-Marie Duffé, Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: “L’epidemia globale di COVID-19 ha messo in discussione la nostra resistenza fisica e ha rivelato la fragilità dei nostri organismi. Ha anche influito sull’equilibrio psicologico di molte persone. La preoccupazione per una malattia misteriosa e sconosciuta e un futuro sfuggente ha attivato la paura della morte – e la paura della solitudine o dell’abbandono – per molti”. È per tale motivo che l’équipe del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, di cui è Consultore anche il prof. Tonino Cantelmi, ha proposto un’attenta riflessione a coloro che sono coinvolti nell’accompagnamento di persone particolarmente vulnerabili.

Dobbiamo costruire nuovi ponti di dialogo

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli episodi di violenza e le risse che coinvolgono giovani (e giovanissimi) in molte città italiane. Un fenomeno che la pandemia e il lockdown possono spiegare (in parte), ma che è anche dovuto alla mancanza di modelli e punti di riferimento. Ne è convinto Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, che ad Avvenire consegna alcune riflessioni per aiutare a inquadrare questa complessa realtà.