Internetmaniaci

In Terris dedica un pezzo, a firma di Irene Ciambezi, alla internet mania e agli adolescenti. Ed è così per gli adolescenti: quando diventano dipendenti mettono la testa fuori dalla camera solo per mangiare anzi, in assenza dei genitori sempre più impegnati fuori per lavoro, si abituano anche a portarsi i viveri sotto il letto e si dimenticano persino di lavarsi. La Iad li porta pian piano a lasciare la scuola e pure lo sport. D’altra parte si sono abituati a star svegli fino alle 4 del mattino ed essere incollati al computer o allo smartphone per 18 ore al giorno. Nell’artico cita gli studi effettuati dal Prof. Cantelmi.

La dipendenza dal web

Proponiamo un articolo interessante dal titolo “la dipendenza dal web”, a cura di Claudia Di Lorenzi e pubblicato dalla rivista trimestrale dell’Aiart La Parabola. “In Italia, il primo ad occuparsi dell’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana è stato lo psichiatra Tonino Cantelmi, che introdusse l’espressione IPR, Internet Related Patology, per definire una serie di disturbi appartenenti alla categoria delle patologie correlate all’uso di Internet, come la dipendenza da gioco d’azzardo on line, da cyber- relazioni e da una quantità eccessiva d’informazioni. Cantelmi è autore insieme a Massimo Talli del primo articolo sul tema apparso in Italia, pubblicato dalla rivista scientifica “Psicologia Contemporanea” (Cantelmi, Talli, 1998): qui “l’lnternet Addiction Disorder (IAD) è definito come “una dipendenza concreta” che “provoca problemi sociali e relazionali, una sorta di patologia caratterizzata da sintomi che potremmo definire astinenziali e problemi economici. Se all’inizio l’utente avverte solo il bisogno di aumentare il tempo trascorso a navigare in Rete, con il passare del tempo s’instaura, in modo subdolo, la consapevolezza di non poter più riuscire a sospendere, o quanto meno ridurre, l’uso di Internet”.