La depressione colpisce i giovani. L’intervista al prof. Tonino Cantelmi

Da sempre l’adolescenza è un’età in cui si mettono in discussione le certezze della fase evolutiva precedente e questo processo può provocare una sensazione di insoddisfazione che influisce negativamente sull’umore e sul benessere psicologico. Negli ultimi decenni questo fenomeno è peggiorato e a causa di modelli educativi sbagliati, del mondo finto dei social e delle dipendenze, sono sempre di più i giovani che vivono questa stagione della vita con tanta tristezza e molti di loro cadono nel tunnel della depressione. Interris.it ha intervistato il Prof. Tonino Cantelmi, psichiatria e psicoterapeuta che ha spiegato perché i giovani di oggi sono tristi e ha indicato che questo sentimento negativo verso se stessi e nei confronti del mondo si può manifestare con comportamenti aggressivi e autolesionisti.

Pandemia, cambiamento sociale

Intervista al Prof. Tonino Cantelmi “Nei prossimi tempi dovremmo fare i conti con la depressione, una patologia con un impatto sociale altissimo, con giornate di lavoro perse, disabilità, invalidità, blocchi di carriere. La depressione è una patologia in grado di rovinare la persona colpita e sconvolgere la struttura familiare intorno. Nei giovani il disagio riguarderà la disgregolazione emotiva e dell’impulsività…, aggressività, cortocircuiti sessuali, comportamenti oppositivi e provocatori… emergeranno disturbi del comportamento alimentare e tutte le dipendenze: gioco, shopping, relazioni affettive, sessuali, comprese quelle da sostanze”.

La ricerca incessante della felicità nell’epoca postmoderna

Autore: Tonino Cantelmi. L’umanità sarà sempre più depressa? L’affermarsi di una cupa cultura della morte, dell’inquietante incremento dei suicidi, del malessere diffuso, preoccupa. Qualcosa non funziona perché non aumenta il senso di felicità dell’uomo contemporaneo. Che società stiamo decostruendo e ricostruendo in tempo di crisi? Qual è la qualità umana della nostra società? Questa generazione di ragazzi e di adolescenti sembra sia vulnerabile soprattutto alle patologie depressive, perché chi è depresso smette di sperare. Chi smette di sperare è depresso. E soprattutto sente di essere inaiutabile.