Covid-19: tra “hikikomori” e “invulnerabili”. Cantelmi: “Ricostruire autentiche relazioni e ricominciare a guardarsi negli occhi”

Nell’attuale fase di ripartenza sono molte le persone, soprattutto i giovani, che spinte dal desiderio di socialità adottano comportamenti incauti sfidando i rischi, pur sapendo di poter diventare potenziale veicolo di infezione. Una modalità di socializzazione “incongrua” rispetto alle comprensibili richieste del governo, legata alla perdita della percezione del rischio. Altri, meno numerosi, si sono invece rintanati durante il lockdown in un rassicurante rifugio dal quale fanno fatica ad uscire. Sono i volti della fase 2, le polarizzazioni tra chi, da un lato, ha vissuto in modo insopportabile le restrizioni comportamentali, soprattutto sul piano sociale, e coloro che, una sorta di nuovi ‘hikikomori’, sono sempre più desiderosi di ritirarsi, dichiara al Sir Tonino Cantelmi, psichiatra e professore di Cyberpsicologia presso l’Università Europea di Roma.