Chiesa e salute mentale 4: Pandemia Covid-19. Effetti sul benessere mentale e relazionale

Nella storia contemporanea assistiamo al diffondersi della prima pandemia a narrazione globalizzata, ma con sviluppi che ci toccano non solo da vicino ma “personalmente”. Il Tavolo sulla salute mentale costituito da tempo presso la CEI ha inteso analizzare gli effetti, per lo più inesplorati, del nuovo Virus in riferimento al benessere mentale e relazionale di chi vive in Italia; scegliendo che all’analisi seguano immediatamente una lettura ed eventualmente una proposta pastorale consapevole. Da qui è nata la collaborazione tra le Istituzioni accademiche e sanitarie rappresentate al Tavolo, e i vari Uffici nazionali della CEI che si occupano dei diversi ambienti. Due approcci scientifici si incontrano: il profilo medico-psichiatrico dialoga con la disciplina pastorale, realizzando una sinergia che cerca di offrire alcune linee per una visione sistemica. Si è cercato di inquadrare un vasto campo di indagine: la scelta è quella che alcuni punti possano essere illuminati dalla fede e accompagnati dalla speranza cristiane.

Quale futuro per il benessere della mente?

A Roma il 24 novembre il secondo convegno “Chiesa e salute mentale” con l’obiettivo sulla felicità, «argomento troppo sottovalutato», come sostiene lo psichiatra Tonino Cantelmi, tra i protagonisti dell’evento. «Il mondo che stiamo costruendo è cupo – riflette, introducendo le suggestioni dell’incontro – nel 2020 la depressione supererà come causa di invalidità il tumore e i disturbi cardiocircolatori. Anche le dipendenze· comportamentali, come quelle indotte dal computer e dalla sessualità mal vissuta, conducono a un mondo prigioniero di se stesso. Per questo vogliamo parlare di felicità, come ci ha invitati a fare il Papa nell’Amoris laetitia». Felicità persa, felicità ferita, felicità riconquistata i temi del convegno