Strade di felicità. Basta con relazioni “tecnoliquide”

Dal settembre ’97 all’aprile 2020, quasi ventitré anni, più mille pagine per 250 numeri. Un anniversario che Noi famiglia e vita ha voluto sottolineare con un momento di riflessione, ancora più intenso e problematico in questa situazione di grande difficoltà per tutti a causa dell’emergenza sanitaria. La redazione ha chiesto ad alcuni esperti di famiglia, di tracciare le loro ipotesi per il futuro. Il numero ospita anche un articolo del Prof. Cantelmi.

Be the inspiration

Il Rotary Club Roma Sud Ovest – Distretto 2080 Rotary International ha pubblicato un volume per l’anno Rotriano 2018-2019. Tra gli articoli introduttivi al volume quello del Governatore del distretto 2080, Patrizia Cardone, quello dell’Assistente del Governatore, Tonino Cantelmi, e quello del Presidente del Rotary Club Roma Sud Ovest Luca De Rosa. Proponiamo l’articolo del prof. Cantelmi.

Trasformare e non negare il conflitto

Articolo di Tonino Cantelmi. La dimensione conflittuale, sia nella sua versione intrapsichica che in quella interpersonale, appartiene inevitabilmente all’umano. Non possiamo fare a meno di confliggere con noi stessi: se ciò non avviene trasforma la persona in un fanatico o in un antisociale, se ciò avviene troppo la paralizza in una sorta di dramma interiore perpetuo. Non possiamo fare a meno di confliggere con alcuni: la dimensione conflittuale interpersonale attiene alla realtà dell’umano

Lo scippo del futuro

Si chiama ACT, un modello di psicoterapia che, oltre a ripristinare abilità relative alla consapevolezza di sé, lega il benessere all’impegno, alla presa di coscienza che non si può vivere scollegati dai valori, cioè da quegli aspetti concreti ed ideali di noi stessi che non possiamo barattare con nulla e che costituiscono la meta di un percorso che richiede impegno, merito, fatica e fiducia nel futuro. E’ compito degli adulti, almeno degli ultimi adulti responsabili, restituire la certezza del futuro ai nativi precari, così tanto deideologizzati e così tanto abituati al provvisorio da non essere in grado neanche di balbettare il loro “no” allo scippo del futuro, condannati ad una sorta di sospensione esistenziale.

Monopoli, Taranto, Pontelangorino: perché i ragazzini non percepiscono le conseguenze reali del loro agire?

Per spiegare tanta crudeltà dobbiamo pensare ad un processo più radicale, che porta alla inesorabile accelerazione di una perdita dell’umano, una sorta di de-umanizzazione sociale (e social), dove le vittime, anziani o genitori o coetanei, sono spogliati dell’umano e oggettificati. Siamo più crudeli, perché i processi di de-umanizzazione sono più prepotenti, più pervasivi e più persistenti. E forse in questo il trionfo della tecnologia gioca un ruolo non proprio innocente. Articolo di Tonino Cantelmi

Il treno impazzito, il camion assassino, il golpe sanguinario. Benvenuti nell’era della paura

La postmodernità tecnoliquida ci ha scaraventato nell’incertezza, nel fluire delle forme cangianti senza sostanza, nell’istante e nel provvisorio. Insomma la rinuncia all’identità, alla stabilità, alla progettualità ha creato la premessa. E così il terrorismo “totale” non ha avuto difficoltà a sbriciolare le ultime certezze. E così dopo le tragedie si fa strada una domanda inquietante: cosa accadrà domani? quando succederà di nuovo? dove? in che modo? Siamo entrati cioè nel tunnel del pensiero catastrofista. Articolo di Tonino Cantelmi.

L’Europa ha paura e piange. Ora, guardiamoci dentro…

L’Europa potrebbe ancora rialzarsi. Sì, potrebbe rialzarsi se avesse il coraggio di guardare alla profondità delle sue radici. Quelle radici che hanno inventato gli ospedali, l’attenzione per gli ultimi, il diritto e la giustizia, la solidarietà e la fratellanza, quelle radici che ancora inventano l’economia di comunione, il valore della persona, l’accoglienza e la bellezza della vita, quelle colossali radici cristiane che hanno la pretesa di fondare una società autenticamente umana. Articolo di Tonino Cantelmi.

Ultrasessantenni dal divorzio facile

I dati Istat parlano chiaro: un raddoppio nei primi dieci anni del terzo millennio. Sono gli “young-old people”, molto attenti alle dimensioni corporea ed estetica. Fanno nuove amicizie, cercano relazioni, avventure ed emozioni. Inseguono modelli giovanili e cercano nuovi amori. Ma pesa anche l’incapacità di reggere il conflitto che viene immediatamente interpretato come la fine della relazione. Articolo di Tonino Cantelmi.

Il segreto della felicità nel ritmo dei più deboli

La postmodernità nella quale siamo immersi suggerisce di rinunciare ad avere criteri (cioè dimensioni di senso ben definite). Ma questa rinuncia ha un prezzo: l’infelicità. Ci sono studi recenti, invece, che correlano la felicità con il possedere un ”criterio” per scegliere. Avere un criterio per scegliere rimanda ad altro: avere un progetto, delle idee, una identità. Questo è l’argomento che ha trattato Tonino Cantelmi nell’articolo scritto per l’Agenzia Sir.