Per lungo tempo nella medicina sono stati contrapposti due punti di vista: da un lato la medicina somatica, che si è occupata dell’uomo inteso come un complesso sistema di organi e funzioni biologiche, dall’altro la psichiatra e l’indagine psicologica, con il compito specifico di analizzare e descrivere comportamenti, emozioni ” pensieri, scissi dal mondo del soma.
II termine “medicina psicosomatica” rappresenta il tentativo di ricomporre l’unità psicobiologica dell’uomo, spezzata dalla dicotomia soma-psiche. Tuttavia va osservato che il termine stesso rischia di perpetuare l’orientamento dicotomico.
Già nel 1934, Fenichel nel suo “Trattato di Psicoanalisi” scriveva: “II termine moderno,’disturbi psicosomatici’, ha lo svantaggio di suggerire un dualismo inesistente. Ogni malattia è ‘psicosomatica’, perchè nessuna malattia somatica è libera da influenze psichiche e persino la conversione più psichica può basarsi su di una obbedienza puramente somatica ”
I modelli interpretativi della malattia psicosomatica raggiungono attualmente livelli di complessità sempre maggiori, in relazione alle molteplici acquisizioni neurofisiopatologiche, biochimiche e psicodinamiche. Riguardo al meccanismo di formazione del sintomo psicosomatico, i ricercatori si sono orientati verso l’attribuzione o meno al sintomo di un valore espressivo simbolico e verso la sua definizione in relazione all’integrazione tra psiche e soma.
La ricerca psico-analitica, almeno sino alla fine degli anni ’60, si è mossa nell’ambito della distinzione tra conversione ed equivalenti di angoscia. Questa alternativa risale in effetti a Freud ed alla distinzione che questi operò negli anni 1893 – 1898 tra i sintomi dell’isteria e quelli della cosiddetta nevrosi attuale. A differenza dei primi, i sintomi delle nevrosi attuali, privi di un reale spessore comunicativo e simbolico, non esprimono un contenuto rappresentativo attraverso il corpo, ma sono la diretta conseguenza di un corto-circuito dell’eccitazione sessuale nel somatico.
In una lettera del 1932, diretta a V. Von Weitsacher, Freud, nei confronti della psicosomatica, così si esprime: “Ho dovuto trattenere gli psicoanalisti dall’intraprendere ricerche di questo tipo per ragioni pedagogiche. Innervazione, vasodilatazione, vie nervose avrebbero costituito per loro tentazioni troppo pericolose”. Tuttavia il “misterioso salto dalla mente al corpo” secondo 1a definizione della stesso Freud, sarà il punta di partenza per feconde ricerche, senza che, in realtà, avvenisse l’opera di “trattenimento”, che Freud si attribuiva nella lettera citata.
Leggi l’introduzione “Il Misterioso salto dalla Mente al corpo”