Sofferenza mentale: un tema ignorato dal dibattito politico sulla Regione Lazio

Fonte: periodicoitaliano.it del 26/01/2010


Pubblicato il 26/01/2010

Il progetto europeo Esemed (Istituto superiore di sanità) rivela che in Italia una persona su 5 ha sofferto di disturbi mentali durante la vita. L’OMS denuncia come circa tre quarti degli stati non hanno un budget dedicato e, dove c’è, nel 21% dei casi gli investimenti non superano l’1% della spesa sanitaria. A livello globale, gli studi epidemiologici stimano che tra il 12 e il 48,6% degli adulti ha avuto problemi di salute mentale nel corso della vita Nei paesi in via di sviluppo oltre il 75% delle persone con problemi di salute mentale non riceve cure, mentre sono oltre il 35% nei paesi economicamente sviluppati.

E’ il tema della sofferenza mentale. “Curiosamente il dibattito politico sulla Regione Lazio non sfiora un tema così delicato” denuncia Tonino Cantelmi, Presidente Associazione Psichiatri Italiani, Sezione Lazio. “I servizi psichiatrici – afferma Cantelmi- nonostante tutti gli sforzi, sono al collasso e i cittadini li percepiscono sempre più distanti, freddi, lontani ed inefficaci. Il primo grande problema riguarda l’urgenza-emergenza psichiatrica: inutile negarlo, non funziona. Non funziona in modo drammatico a Roma. Non funziona perchè i posti letto nei servizi psichiatrici ospedalieri sono del tutto insufficienti. Non funziona perchè il sistema di pronto intervento è farraginoso, lento, disorganizzato.

La rete dell’assistenza psichiatrica poi si inceppa nei Centri di Salute Mentale, luoghi indifferenziati di intervento, rigidamente organizzati sul piano della fatidica competenza territoriale (perchè un cittadino non può scegliere il servizio e lo psichiatra che ritiene più bravo?): “Secondo i propositi di chi li ha pensati – continua Cantelmi - dovrebbero curarsi pazienti di ogni tipo, schizofrenici, depressi, anoressici, ansiosi. No, questo non può andare: abbiamo bisogno di una rete differenziata e specializzata di servizi. Un’altra criticità è quella relativa alla residenzialità: strutture residenziali per pazienti che non possono stare in famiglia. Ne servono di più e di migliori. Ma l’elenco delle criticità potrebbe allungarsi: servizi ed investimenti per la salute mentale in età evolutiva, integrazione con la psichiatria dei servizi per le dipendenze, interventi per il disagio giovanile e la prevenzione.

Infine ancora un drammatico problema: il futuro dei giovani pazienti ‘psicotici' può essere garantito solo attraverso una politica di inserimento lavorativo protetto. “E che dire - conclude  Cantelmi - delle famiglie dei nostri pazienti? Il loro grido di dolore, di solitudine e di emarginazione chiede di essere ascoltato”.

Mario Masi 26 gennaio 2010

Fonte: http://periodicoitaliano.info/2010/01/26/sofferenza-mentale-un-tema-ignorato-dal-dibattito-politico-sulla-regione-lazio/