Perchè tante coppie decidono di lasciarsi dopo i 60 anni?

Fonte Confidenze n.30 – 26 luglio 2011


Pubblicato il 21/07/2011

Fonte Confidenze n.30 – 26 luglio 2011

Si trascorre gran parte della propria vita a costruire una carriera, una famiglia e un futuro per i figli. Poi, alla soglia dei 60 anni, un pensiero si fa vivo: mandare tutto all'aria. Un pensiero che, negli ultimi anni, ha coinvolto sempre più coppie: secondo l'ultimo rapporto Istat, gli ultrasessantenni che hanno divorziato negli ultimi dieci anni sono raddoppiati. Un dato che vede sempre più lontano il Sud (ai suoi minimi storici) dal Nord (al primo posto la Liguria). E che non fa intravedere guerre coniugali: ci si lascia, nella maggior parte dei casi, in maniera consensuale. "I figli sono usciti di casa, ci si ritrova soli e senza nulla da dirsi. Arrivano la noia e la voglia di cambiare. Questa generazione, in media, si è sposata dopo aver votato al referendum sul divorzio e vive la separazione come unatto di libertà. Non so se sia un bene o un male, ma e vero che, spesso, le donne sono più penalizzate nel rifarsi una vita a quell'età» dice la sociologa Chiara Saraceno. Anche perchè in genere i matrimoni finiscono quando lui incontra un amore più giovane. E i capelli grigi, per gli uomini non sono certo un ostacolo. "Ogni giorno vengono al mio studio intere famiglie disperate per portarmi il loro "anziano" fuori di testa. Ma spesso questi sono uomini lucidi, benestanti e di successo: magari sono emotivamente immaturi ma per niente pazzi» precisa Tonino Cantelmi, psichiatra e autore di numerosi saggi sul matrimonio. «Ho avuto anche pazienti settantenni che si rifanno una vita grazie a Facebook. Sono gli "young-old people", giovani-vecchi che rivivono pulsioni ed emozioni da ventenni (anche grazie a una sessualità rinvigorita dai farmaci). Il potere destabilizzante delle loro scelte è enorme: pensiamo ai nipoti che vedono che perfino i nonni si separano! Sarà pure una scelta fatta da adulti ma rivela comunque un disagio sociale» conclude Cantelmi. Certo e che, se a 30 anni ci si lascia per correggere un errore, per immaturità, per darsi l'opportunità di trovare la persona giusta, a 60 la decisione è più meditata. Definitiva per certi versi. «Alla base ci sono due dati di fatto: l'età media si è allungata e la separazione ha perso la valenza di vergogna sociale che aveva un tempo» dice Valentina Rimini, avvocato e autrice di L 'amore non ha legge (Kowalski). «In più c'e la consapevolezza che non si può più aspettare per essere felici: le donne si riappropriano del loro tempo e gli uomini si fanno un'altra famiglia. Una decisione che, a volte, è benefica ma non sempre. Sarò un'ottimista ma, anche se ogni giorno tanti matrimoni vanno in frantumi sotto i miei occhi, io credo ancora nel potere delle unioni».

tonino Cantelmi