Manovra, Bullismo e cyberbullismo: un milione per formare gli insegnanti

Fonte: Orizzontescuola dell'11/12/2019


Pubblicato il 12/12/2019

 Manovra 2020: approvato all’unanimità in Commissione Bilancio un emendamento che stanzia i fondi per la formazione degli insegnanti in materia di bullismo, cyberbullismo e discriminazioni di genere. 

Perché tanto è stato fatto e tanto ancora deve essere fatto.
 
“È un successo del Parlamento – afferma Licia Ronzulli presidente della Commissione per l’infanzia e l’adolescenza  e prima firmataria dell’emendamento  – dal momento che l’emendamento è stato sottoscritto da tutti i gruppi ed approvato all’unanimità in commissione bilancio, ma in particolare della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che ha proposto la misura. Si tratta di un primo fondamentale tassello nell’ottica di un `welfare per l’infanzia´ a tutela dei diritti dei minori“.
 
“Si tratta di un primo passo avanti che ci incoraggia a proseguire in questa battaglia quotidiana per la tutela dei minori, battaglia che il Moige conduce da anni nelle scuole e nelle piazze delle nostre città formando e sensibilizzando i nostri ragazzi a conoscere e prevenire i cyber-risk e all’uso consapevole delle nuove tecnologie“.  Dichiara Antonio Affinita, Direttore generale del Moige – Movimento Italiano Genitori.
 
Un fenomeno che nei prossimi anni sarà sempre più diffuso se consideriamo che – secondo i dati dell’indagine sul cyberbullismo e sull’utilizzo dei social, curata per il Moige dal Prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma – la generazione di ragazzi tra gli 8 e i 18 anni è super tecnologica e iperconnessa: l’81% afferma che tutti i dispositivi presenti a casa sono connessi ad internet e l’intero totale degli intervistati controlla i propri profili social online.
 
I ragazzi sono connessi su più social contemporaneamente, fino ad arrivare anche a 5, i più utilizzati sono: Instagram 77,4%, Youtube 62,3%, Snapchat 35,7% e, in netto declino rispetto agli anni precedenti, Facebook 33,9%.
 
Inoltre, circa il 21% del campione abitualmente gira video con il proprio smartphone e li diffonde tramite i social. E il 31% del campione ha dichiarato di essere stato un “cyberbullo”, facendo girare video imbarazzanti per prendere in giro i compagni, mentre 1 ragazzo su 2 condivide immagini personali. Un dato allarmante soprattutto se pensiamo al fenomeno del sexsting.
 
Emerge, infine, un basso controllo sulla vita online dei ragazzi: il 63% del campione esplora il web in solitudine, nella propria stanzetta o in giro per casa.
 
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Combattere il cyberbullismo, non facciamo abbastanza: ecco le nuove azioni
Fonte: Agenda Digitale del 12/12/2019
 
Il cyberbullismo è un fenomeno vasto e complesso, che tra le sue vittime non conta solo minori, come si è portati a credere. Ci sono proposte di legge e indagini del Parlamento per rafforzare la lotta al fenomeno, oltre le attuali misure già in atto.
 
Di Riccardo Acciai
Garante per la protezione dei dati personali Dipartimento libertà di manifestazione del pensiero e cyberbullismo
 
Si sono appena conclusi i lavori della Commissione parlamentare di indagine sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e dal rapporto emergono le nuove azioni necessarie da fare per combatterlo. Sul profilo della prevenzione, repressione del fenomeno e protezione delle vittime. Al tempo stesso, arrivano proposte di legge per aggiornare la normativa in materia.
Molto si sta muovendo in questo ambito, quindi, dove al Garante Privacy è stato affidato un ruolo critico.
Ma in generale per affrontare e risolvere un fenomeno problematico e complesso come il cyberbullismo occorre conoscerne i contorni precisi e i numeri aggiornati, così da poter prendere delle decisioni non tanto sulla spinta dell’onda emotiva suscitata dai sempre più frequenti episodi di abusi, quanto su una solida base di informazioni.