L’etica è speranza

Fonte: Almanacco della Scienza ottobre 2013


Pubblicato il 21/10/2013

Quanti sono gli individui preoccupati per il cambiamento climatico e per l’inquinamento, per le guerre, per l’ingiustizia sociale? Quanti credono nei valori della pace e li applicano? Quanti condividono i valori dei diritti umani, della qualità della vita, delle relazioni consapevoli e costruttive, della crescita personale e spirituale?  Quanti auspicano un’economia più etica, un modello di sviluppo ecosostenibile, uno stile di vita più sano e naturale, un cambiamento evolutivo dell’individuo e del Pianeta? A queste domande hanno cercato di dare risposte i partecipanti all’incontro, 'Etica pubblica e partecipazione: il contributo personale alla società civile’, organizzato, alla Camera dei deputati, da Maria Novella Tacci del Rotary Club Roma Sud, per 'Gruppo etica’.
“Le sfide sociali, politiche, economiche ed ecologiche del XXI secolo potranno essere affrontate solo cambiando il modo di pensare e sviluppando nuove etiche”, spiega Ervin Laszlo, filosofo della scienza ungherese, fondatore della teoria dei sistemi, già candidato al Premio Nobel per la Pace e fondatore del Club di Budapest che, dalla sua nascita nel 1993, ha come missione il “raggiungimento di una 'coscienza planetaria’, indispensabile per compiere il 'Macroshift’, cioè il cambiamento globale che porterà a realizzare un mondo sostenibile”.
“La nuova coscienza che porta alla 'nuova etica’ passa attraverso l’arte, la cultura, la solidarietà, la pubblica partecipazione, grazie ai cosiddetti 'creativi culturali'”, dice Laszlo. “Creatività e ispirazione sono infatti necessari per pensare in un nuovo modo e dare impulso a valori culturali adeguati”. Nel suo intervento, il filosofo ha sottolineato che “senza cambiamenti di direzione, andiamo verso un mondo dove crescono pressione demografica e povertà, conflitti sociali e politici, guerre, cambiamenti climatici, carenza di alimenti, acqua ed energia; in cui peggiorano inquinamento industriale, urbano, agricolo; accelera la riduzione della biodiversità; l'ossigeno atmosferico diminuisce e lo strato di ozono si distrugge sempre più. Restano pochi anni per cambiare qualcosa e scongiurare il peggio”.
Nitamo Montecucco, neuropsicologo e presidente del Club di Budapest-Italia, ha portato l’attenzione sul 'Manifesto delle coscienza planetaria’, firmato il 26 ottobre 1996 all’Accademia delle Scienze di Budapest dal Dalai Lama e da artisti, scienziati e capi di Stato con lo scopo di dare chiavi di lettura e possibili soluzioni per un nuovo 'Rinascimento’ globale. Di etica nell’economia ha parlato invece l'economista Arnaldo Acquarelli.


“Uno dei compiti etici è la speranza, che manca nei malati di depressione”, ha concluso lo psichiatra Tonino Cantelmi. Poiché il libro verde della comunità europea dice che nel 2020 la principale malattia sarà la depressione, che riguarda molti anziani, “oltre la crisi bisogna comunicare la speranza”.

La tavola rotonda, è stata moderata da Gianpiero Gamaleri.