La famiglia del diacono, “scuola di umanità”

Fonte: diaconinapoli.it


Pubblicato il 02/09/2015

La Comunità del diaconato in Italia è un’associazione che raccoglie, Vescovi Sacerdoti, Diaconi e laici per la promozione del Diaconato Permanente in Italia, presieduta dal Diacono Vincenzo Petrolino.Al Convegno hanno partecipato alcuni Sacerdoti Delegati per il Diaconato Permanente, oltre 200 diaconi e 75 spose, provenienti da 70 Diocesi dell’Italia, accolti da Sua Eccellenza Mons GianCarlo Maria Bregantini, Arcivescovo della Diocesi di Campobasso e Boiano, da Don Domenico di Franco, Delegato dei Diaconi Permanenti e dai 17 diaconi dell’Arcidiocesi di Campobasso.   

Sono stati giorni intensissimi che hanno visto i partecipanti impegnati, sin dalle prime ore del giorno e fino a tarda sera, a seguire le relazioni proposte da: Sua Eminenza il Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero e la Vita Consacrata, Sua Eccellenza Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano, Membro della Commissione Episcopale per il Clero e la vita consacrata della CEI e Delegato per il Clero e la Vita consacrata della Conferenza Episcopale Campana, Sua Ecc.za Mons GianCarlo Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Boiano, da Sua Eccellenza Mons Angelo Spina, Vescovo di Sulmona-Valva, Padre Rainiero Cantalamessa, predicatore delle Casa Pontificia, Don Giuseppe Bellia, Direttore della Rivista “Il Diaconato in Italia”, il dott. Giancarlo Brunelli direttore de “Il regno Attualità e documenti ” EDB, il dott. Paolo Beccecato Vice Direttore di Caritas Italiana. 

Nell’omelia della Celebrazione d’inizio, S.E. Mons. Bregantini, commentando la Parola di Dio proclamata (1Tim 3,8-13 e Gv 13,1-5.15-17) ha ricordato la figura del diacono, uomo del servizio, figura del Cristo Servo; Ministero ancora sconosciuto a tanti presbiteri nonostante siano trascorsi 50 anni dalla restaurazione del Diaconato Permanente.  La società, ha continuato il Presule, ha bisogno di una Chiesa che sappia ascoltare, di esempi di vita familiare che sappiano trasmettere i veri valori che si fondi, come spesso afferma Papa Francesco, su tre parole: permesso, grazie e scusa. E la famiglia dei diaconi ha questo compito importante, anche se a volte, anch’essa soffre dei mali del secolo.
Dopo la Celebrazione è stata la volta dei saluti:
- Don Domenico Di Franco, Delegato per il Diaconato della diocesi di Campobasso- Boiano, che ha presentato la realtà del Diaconato nella sua Diocesi e ha partecipato tutti del suo 50.mo anniversario di Ordinazione Sacerdotale.
- Il Sindaco di Campobasso che ha dato il suo benvenuto in nome di tutti i componenti della giunta e dell’intera cittadinanza ai Convegnisti, presentando la bellezza dei luoghi storici, il paesaggio e le tradizioni di questa porzione di terra molisana.

Il diacono Enzo Petrolino, nella sua qualità di Presidente dell’Associazione, dopo aver salutato e ringraziato l’Arcivescovo, il Delegato don Domenico e il Sindaco per la fraterna accoglienza, ha presentato il tema del Convegno “la famiglia del diacono, scuola di umanità”. Il tema è stato scelto in previsione sia del prossimo Sinodo dei Vescovi sulla famiglia sia del Convegno ecclesiale di Firenze e per porre l’accento sull’impegno delle famiglie diaconali nella pastorale per le famiglie ferite e per mostrare un diaconato in uscita, non chiuso nelle sagrestie, ma che esce fuori andando nelle periferie esistenziali.
“Vogliamo così sottolineare– ha continuato Petrolino - l’impegno delle famiglie diaconali nella pastorale per le famiglie ferite, che sta tanto a cuore al Papa. Vogliamo mostrare - un diaconato in uscita, non chiuso nelle sagrestie, ma che va fuori nelle periferie geografiche ed esistenziali. Un diaconato, dunque, in frontiera”.   
Il Presidente dell’Associazione, diacono Enzo Petrolino, ha dato inizio ai lavori introducendo le relazioni di Don Giuseppe Bellia, direttore della rivista “Il Diaconato in Italia” e del Dott. Giancarlo Brunelli, direttore de “Il Regno Attualità e Documenti”, EDB.

Don Giuseppe ha svolto il tema “La diaconia volto umano di Dio e dell’uomo”, invitando i presenti a riflettere sulla differenza tra “ricordo” e “memoria”: il ricordo è attingere notizie dal passato; la memoria è realtà presente che nasce dal passato.
Queste affermazioni ci aiutano a capire meglio i fenomeni della nostra vita quotidiana.
Don Giuseppe ha presentato la riflessione sulla famiglia, ricordando che nei testi biblici non si parla di famiglia ma di casa, e ha offerto una meditazione sul Miracolo delle nozze di Cana (Gv, 2,1-10) identificando in Maria, la Chiesa (non hanno vino…fate quello che Egli vi dirà) nei servi, i Diaconi. Il vino identifica la gioia, la partecipazione dell’umanità nella nostra quotidianità (vino: frutto della terra e del lavoro dell’uomo). L’acqua identifica l’intervento di Dio nella storia dell’uomo (acqua è un elemento naturale).  I diaconi sono i servi che offrono i benefici di Dio all’umanità. Conservare il vino buono fino alla fine, è vivere la gioia sempre.
Don Giuseppe ha concluso il suo intervento affermando che il volto umano di Dio è dato dalla conoscenza di Cristo nella nostra vita, da trarre non dai “ricordi” ma dalla “memoria”; e, a proposito di “famiglia – casa” ha ricordato che casa è espressione di realtà, è una configurazione storica, antropologica e religiosa ben precisa.    
I lavori di questo primo pomeriggio, sono terminati con la relazione del dott Brunelli che ha presentato il cammino della Chiesa verso il Sinodo dei Vescovi e il Convegno Ecclesiale di Firenze, un cammino che si fonda sulla piena comunione con Cristo che ci sostiene in una continua educazione di tutti i componenti della famiglia al bene comune per trasformare la nostra vita e conformarla a quella di Cristo, per poi uscire per annunciare la Buona Novella a tutti gli uomini.
Una veglia di preghiera in preparazione alla Festa della Trasfigurazione di Nostro Signore, nella Chiesa Madonna dei Monti in Campobasso, ha chiuso la prima giornata.
Il secondo giorno del Convegno, i partecipanti al Convegno si sono trasferiti nel Santuario dell’Addolorata a Castelpetroso (Is).dopo la Celebrazione delle Lodi e la Lectio di Padre Luca Garbinetto sulla Parola di Dio (Romani 12, 1-18. 15,1-7) proclamata durante le Celebrazioni, che segneranno l’inizio dei lavori anche nei prossimi giorni.

Nell’Auditorium annesso al Santuario, Sua Eccellenza Mons. Arturo Aiello, Membro della Commissione Episcopale per il Clero e la Vita consacrata e Delegato per il Clero e la Vita consacrata della Conferenza Episcopale Campana, ha svolto la sua relazione su: “La famiglia del diacono scuola di umanità”.  Mons. Aiello ha ricordato che la prima vocazione del diacono uxorato è quella matrimoniale ed è in questa realtà che s’innesta la vocazione diaconale.  Il primato quindi, è quello del Sacramento del Matrimonio e la Grazia del Sacramento dell’Ordine, data ai mariti, si estende su tutta la famiglia.
La famiglia è il luogo in cui Dio si fa presente e in particolar modo la famiglia del Diacono deve vivere in toto le tre virtù teologali: fede speranza e carità.
Così essa diventa scuola di umanità attraverso la coniugazione dell’accoglienza, della tenerezza, del dialogo, dell’ospitalità.
Nel secondo intervento previsto, Sua Ecc. Mons. Bregantini nella sua relazione “Maria Icona della famiglie e del diacono”, ha messo in relazione i cinque doni del Diacono (incardinazione, cuore casto e fedele, orazione, servizio e Vangelo proclamato), con la figura di Maria presentata nel Vangelo: (Nazareth, Maria sposa di Giuseppe, Cana, Serva, Magnificat) e con la Chiesa in cammino verso il Convegno di Firenze.

La Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Mons. Angelo Spina, Vescovo di Sulmona – Valva, ha chiuso la mattinata.  Nell’omelia, commentando la Parola di Dio proclamata (Dn 7,9-10,13-14; 2Pt 1,16-19; Mc 9, 2-10) ha invitato tutti a esclamare con Pietro, Giacomo e Giovanni a rimanere con Gesù, ad accoglierlo nella nostra vita e a non aver paura, ma con la protezione di Maria continuare a camminare e a servire Cristo nei fratelli.
Nel pomeriggio i delegati, i diaconi e le spose, suddivisi in gruppi di studio, si sono confrontati sulle relazioni fin qui ascoltate e si sono scambiate le loro esperienze redigendo un documento finale, strumento di lavoro nei prossimi incontri dell’Associazione.
La Celebrazione del Vespro e la lectio di Padre Luca Garbinetto sul capitolo 12 della lettera ai Romani hanno chiuso e porranno termine ai lavori delle prossime giornate.
Al termine i Convegnisti, ospiti dell’Assessorato Regionale al Turismo, che tramite il Delegato al Turismo ha portato ai partecipanti il saluto del Presidente della Regione e di tutti i componenti dell’Amministrazione, hanno partecipato a una festa con canti e prodotti tipici locali nella vicina località di Sepino.
I lavori del terzo giorno, dopo la preghiera, sono iniziati con la tavola rotonda sul tema: La famiglia del Diacono segno e strumento di umanità: esperienze e testimonianze.
Hanno animato a tavola rotonda, moderata dal diacono Tonino Cantelmi della Diocesi di Roma, tre famiglie di tre fratelli diaconi della diocesi di Roma, una famiglia della diocesi di Campobasso, l’esperienza singolare di un diacono di Campobasso, di un diacono della diocesi di Roma che ha raccontato l’esperienza missionaria di alcuni diaconi della sua diocesi in Perù, e di una famiglia della diocesi di Napoli. Le esperienze offerte sono state commoventi e edificanti al tempo stesso perché sono state esempi di come il Signore ha operato e continua a operare nella vita di questi nostri fratelli, ma senza timore di smentita, nella vita di tutti noi.
Subito dopo è stato accolto da S.E. Mons Bregantini, che ha partecipato a tutti i momenti del Convegno, dal diacono Petrolino e da tutti i convegnisti, Sua Eminenza Card. Beniamino Stella Prefetto della Congregazione per il Clero, che ha svolto la sua relazione su “La visione e le aspettative su diaconato nell’insegnamento Pontificio”.

Nel suo intervento il Card. Stella ha affermato che “alla luce della vocazione al servizio stabile della Chiesa nel diaconato, è necessario ricordare che i diaconi permanenti non sono ‘mezzi preti’, che possono fare quasi tutto, o ‘laici con la stola’; si tratta di chierici, con un’identità vocazionale e spirituale propria da coltivare e da comprendere, avendo come punto di riferimento il diaconato stesso, e non la comparazione con il presbiterato o con l’impegno apostolico dei laici”; che “occorre riconoscere al diaconato piena dignità e ‘diritto di cittadinanza’, non solo nella teoria, in sé chiara, ma soprattutto nella vita concreta delle nostre Chiese locali, perché possano sempre più svilupparsi come ‘comunità ministeriali’ e arricchirsi stabilmente dei frutti della preziosa vocazione al diaconato e del connesso ministero, recuperato in tempi ancora recenti dal tesoro ecclesiale e offerto alla Chiesa di oggi e di domani”.
Il Cardinale ha inoltre rilevato che è fondamentale che il Diacono abbia da parte del Vescovo, uno specifico mandato, non verbale, che indichi espressamente i compiti da svolgere affinché possa vivere pienamente il suo ruolo di Collaboratore Pastorale nelle realtà a cui è inviato.
Ambiti congeniali al diacono, ha continuato il Card. Stella, sono gli uffici della Carità e dell’amministrazione dei beni della Chiesa, ambiti che non vanno mai separati tra di loro, poiché “il possesso dei beni temporali da parte della Chiesa si giustifica, oltre che per le necessità del culto e il sostentamento dei ministri sacri, anche per l’esercizio della carità evangelica a favore dei poveri”. Come Papa Francesco ha ricordato, “quello economico è un ambito più che mai delicato, una frontiera dell’evangelizzazione su cui vigilare, perché ‘il diavolo sempre entra per il portafoglio’”.
La Celebrazione Eucaristica, nella Cattedrale di Campobasso, presieduta da Sua Em.za Card. Beniamino Stella, ha chiuso la mattinata dei lavori.
All’omelia, commentando la Parola di Dio proclamata (Dt 4,32-40 e Mt 16,24-28), il Presule ha detto, durante l’omelia che “la vita del cristiano è fatta di sacrificio, di rinuncia con la necessità di dire SI e il conseguente dire di No, cioè della rinuncia all’IO”. E’ necessario uscire da noi stessi e vivere come discepoli “per contrastare i tanti canti delle sirene che vanno nella direzione opposta del Signore” .
Con tali espressioni il Card. Stella ha consegnato ai presenti un messaggio che ci invita alla fedeltà, alla trasparenza, alla rinuncia, alla misericordia in linea di pensiero con il messaggio di papa Francesco in preparazione al Sinodo di Ottobre “La famiglia continua a essere scuola senza pari di umanità, contributo indispensabile a una società giusta e solidale”.
Il pomeriggio ha visto i partecipanti impegnati all’ascolto della relazione sul Cammino della Comunità del Diaconato in Italia, bilancio e prospettive, fatta dal diacono Enzo Petrolino; della comunicazione su un progetto di pro diaconia in terra di missione.
Gli iscritti all’Associazione sono stati invitati a partecipare agli adempimenti societari (approvazione bilanci consuntivo e preventivi ed elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione, con conseguente nomina del Presidente da parte del neo Consiglio); i non iscritti hanno partecipato alla visita del sito archeologico di Saepinum di Altilia, che ha riportato alla luce alcuni ambienti e vestigia dell’epoca romana, visita che ha ampiamente soddisfatto la fame di conoscenza di chi ha partecipato. 
I lavori del Convegno si sono chiusi sabato 8 agosto con la sintesi dei gruppi di lavoro dei delegati, delle spose e dei diaconi, e con l’intervento di Padre Raniero Cantalamessa che ha presentato la relazione sul “Diacono servitore di Cristo”.

Padre Raniero ha iniziato la sua riflessione ricordando che la vita ministeriale è fondata sul sacerdozio comune ricevuto nel sacramento del battesimo, insistendo sulla piena adesione del diacono a Cristo servo, e quindi il diacono serve Cristo servendo i fratelli, azione che è prima del servizio ai parroci e agli uomini; quindi ha invitato tutti a riflettere sul ministero diaconale in relazione alla Parola di Dio e come incarnare la Parola nel Ministero. In particolare ha spronato i Diaconi a mettere in pratica le sette opere di misericordia corporale e spirituale, adattandole alle odierne esigenze (anziani, profughi, ammalati, carcerati…educazione dei figli, evangelizzazione, promozione umana..); e ha chiuso il suo intervento invitando i diaconi a non clericalizzarsi ma a vivere il proprio Ministero nei propri ambiti.
La Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Bregantini ha chiuso questo XXV Convegno, che ha prodotto copiosi frutti: sta a tutti noi saperli cogliere per vivere bene il nostro essere famiglia del diacono e diaconi al servizio di Cristo Servo nei nostri fratelli.


Diacono Giuseppe Daniele