Gli italiani e la Sindrome dell’intercettazione

Fonte: Tutto per lei del 02/08/2011


Pubblicato il 04/08/2011

Fonte: Tutto per Lei

a cura di Giovanna Manna

Tra gli italiani si diffonde sempre di più la sindrome dell’intercettazione. A risentirne di questa, non sono solo i politici e le persone dello spettacolo, ma anche tanta gente comune, preoccupata del ‘maresciallo o del finanziere’ che è li in ascolto dall’altra parte del cavo. Un fenomeno che viene sempre più monitorato anche da psicologi e osservatori, e commentato da tutti i personaggi, coinvolti e non in inchieste, sociologi e costituzionalisti che sono stati anche ascoltati dall’Adnkronos. Dal punto di vista medico la cosa non può considerarsi marginale. Il sentir parlare spesso di intercettazioni attraverso i media, assistere ai discorsi, che vengono riletti e riportati in tv, colpendo anche la vita privata delle persone, può infatti creare delle vere e proprie paure amplificando nei soggetti predisposti anche forme di paranoia, ha spiegato lo psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi. Si assiste così ad una mutazione di alcune abitudini, sottolinea il docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università Lumsa di Roma, anche se persone comuni, probabilmente non saranno mai intercettate, durante una chiamata, si finisce che invitino i loro interlocutori a non parlare di cose che potrebbero essere fraintese o proseguire la discussione a voce più bassa.

Intercettazioni, tra gli italiani scoppia la 'sindrome della telefonata ascoltata'

Fonte: ING Portale del gruppo Adnkronos

A sentirne  gli effetti, pur con qualche distinguo, non sono infatti solo politici e Vip ma anche gente comune, preoccupata del 'maresciallo' in ascolto dall'altra parte del cavo. Un fenomeno monitorato da psicologi e osservatori, e commentato da personaggi dello spettacolo, sociologi e costituzionalisti interpellati dall'Adnkronos. ''Ormai si è raggiunto un livello tale per cui siamo tutti spaventati: abbiamo la 'sindrome dell'intercettazione' -conferma Mara Venier, attrice e conduttrice televisiva- anche se uno non ha nulla da nascondere, magari al telefono ci si lascia andare a commenti. Ma ultimamente -sorride Venier- sto molto attenta. Siamo diventati tutti un po' paranoici, e anche nella sfera dei miei amici si parla molto poco al telefono...''. ''Le intercettazioni non devono eliminate come mezzo di indagine, ma deve esserci una regolamentazione perché di certo ci sono degli abusi che riguardano la loro pubblicazione'', sottolinea il costituzionalista Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale. ''Serve una regola, condivisa -rimarca- ma di sicuro si impone una norma. E occorre anche senso di responsabilità da parte dei giornalisti, altrimenti invece di cronisti avremmo dei piccoli Murdoch...''. La paura di essere intercettati forse ha radici genetiche, o sociali. Perché ''gli italiani sono predisposti alle chiacchere, a parlare al di sopra le loro capacità. E' per questo soprattutto che le intercettazioni fanno paura'', sottolinea Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione all'Università 'La Sapienza', di Roma. ''L'idea di poter essere intercettati -aggiunge lo studioso- comporta una tentazione di autocensura e un cambiamento del modo di parlare. Ma è una censura... sull'eccesso di cavolate che solitamente si dicono". "Ad avere reale paure delle intercettazioni -rimarca Morcellini- sono quelli che sono vicini alla soglia del potere ma che non ne fanno parte. Ne hanno timore perché si sentono più importanti di quello che in realtà sono. Quanto agli altri, ed è la maggioranza degli italiani, questa paura deriva dal fatto che la politica ha delegittimato la magistratura. Il ruolo dei giudici -fa notare- è stato degradato e ora la gente non ripone più fiducia in loro. Questo è preoccupante". Dice la sua anche Alba Parietti. ''A volte -spiega l'attrice e conduttrice televisiva- mi divertirebbe molto che uscissero alcune mie conversazioni, così le gente saprebbe finalmente cosa penso di loro senza la fatica di dirglielo in faccia. Per certi versi è un livello di inciviltà pubblicare le conversazioni private. Non perché vi sia qualcosa di illegale ma perché spesso la trascrizione dei colloqui telefonici, non considerando il contesto e anche il tono con cui certe espressioni vengono pronunciate, rischia di trarre in inganno. Quando però le intercettazioni riguardano questioni legate alla giustizia -conclude- e' giusto che anche il pubblico ne venga a conoscenza. Basta non utilizzarle come faceva Murdoch... ''. Uno che di intercettazioni se ne intende, ma per motivi letterari, è Federico Moccia.''Nel mio nuovo libro -spiega lo scrittore- 'L'uomo che non voleva amare', anch'io ho 'usato le intercettazioni' perché il protagonista, il milionario Tancredi, vuole conoscere tutto di Sofia, la donna che vuole conquistare. Almeno in amore possiamo dire che tutto è lecito''. Nella vita privata, invece, ci sono state intercettazioni o sms di persone dello spettacolo che potevano non essere pubblicate perche' riguardavo vita di coppia o faccende private''. Prova a sdrammatizzare Umberto Pizzi da Zagarolo. ''Non ho paura di essere intercettato -assicura lo storico fotografo, collaboratore di 'Dagospia'- se veramente tutti fossero intercettati, dovrebbero fare un ministero a parte. In realtà la maggior parte delle persone non ha niente da temere. Forse al telefono devono stare più attenti i politici, che peraltro già guadagnano molto bene....''. In generale -sottolinea Pizzi- le intercettazioni sono una cosa grandiosa perche' hanno permesso di acciuffare criminali e mafiosi Da' invece estremamente fastidio la pubblicazione indiscriminata di fatti privati. Basta vedere che è successo in Inghilterra, è il crollo della privacy...''. Dalla fotografia al cinema. Con Remo Girone, il 'Tano Cariddi' de 'La Piovra', che sottolinea: ''Al telefono si fanno commenti su tutto, ma se uno non ha nulla da nascondere non abbia paura di essere intercettato. In Italia siamo lontanissimi da quanto è accaduto con Murdoch in Inghilterra''. ''Seguo le vicende italiane -fa notare l'attore- ma sono anche attento a ciò che accade negli altri Paesi: l'ex direttore del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ad esempio, è stato 'salvato' proprio da una telefonata intercettata della donna che lo accusa di aggressione sessuale. Ogni cosa va valutata con moderazione...''.

Dal punto di vista medico la faccenda non e' marginale. Il continuo parlare di intercettazioni può infatti creare "vere e proprie paure amplificando nei soggetti già predisposti anche forme di paranoia", spiega lo psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi. "Si assiste ad una mutazione di alcune delle abitudini di base: è sempre più frequente - fa notare il docente di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione all'Università Lumsa di Roma- che persone comuni che probabilmente non saranno mai intercettate, durante una chiamata invitino i propri interlocutori a proseguire la discussione a voce più bassa''.