Come nasce una psicosi collettiva

Fonte: Il Salvagente.it


Pubblicato il 12/05/2011

di Barbara Cataldi

Roma è salva. E' pasata la mezzanotte con cui diciamo addio all'11 maggio 2011 e nessun terremoto catastrofico ha colpito la capitale, nè il Lazio. Neanche una scossa piccola piccola, magari di magnitudo 2. Bendandi (che poverino, nelle sue carte non ha mai scritto Roma, nè tantomeno l'11 maggio) ha fallito la previsione che internauti sicuramente capaci gli hanno attribuito scatenando un passaparola (questo sì, davvero apocalittico).

Una beffa non da poco per quei romani che hanno riempito gli agriturismi nei dintorni della città, o per quel 18% di dipendenti pubblici che oggi hanno preso un giorno di ferie. Una gradevole giornata con meno traffico del solito, invece, per gli "scettici" che sono rimasti; e un'occasione di imparare qualcosa per i 2.000 visitatori che hanno approfittato dell'Open day all'Ingv.
Ma purtroppo oggi un terremoto c'è stato: in Spagna una violenta scossa di terremoto nella Lorca ha provocato almeno 10 vittime. "Nessuna correlazione con Bendandi": ha chiarito subito l'Ingv.

L’ansia dell’uomo “tecnoliquido” Ma perché nell’ultimo decennio le notizie di disastri e finimondi hanno così tanto successo?

“Cifra emotiva della post-modernità sono ansia e perplessità. Entrambe sono le caratteristiche fondamentali dell’uomo ‘tecnoliquido’”, spiega Tonino Cantelmi, psichiatra e presidente dell’Istituto di Terapia cognitivo-interpersonale. “Immersi grazie ai mezzi tecnologici in un mondo fatto di un flusso continuo di informazione non possiamo ricordare tutto. Per questo ricordiamo solo ciò che ci emoziona e ci provoca paura”. Il risultato è che qualunque previsione catastrofica affascina tantissime persone, salvo poi essere dimenticata velocemente quando non ci spaventa più.

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Fonte: ilsalvagente.it