Come guarire dall'ansia

Fonte: www.psicologo360.it


Pubblicato il 04/10/2011


Si può guarire dall'ansia? Tonino Cantelmi, specialista in psichiatria e psicoterapia, è stato già alle prese con sindromi “sui generis”. Nel 2000 introdusse in Italia il saggio di Kimberley Young sulla dipendenza da internet (“Presi nella rete”), e poi affrontò il problema della sessodipendenza. Con il suo “Oltre la gabbia del panico” spiega come, cosa e perché scatta la crisi ansiosa che degenera in panico. “Chi soffre di ansia vive costantemente nella ricerca continua di un posto sicuro dove correre. Perché il problema dell’ansioso è il disagio perenne nel suo stato presente. Una situazione simile a quella di chi si porta addosso una borsa valori, con la responsabilità pesante di portare a compimento la sua consegna”. Con l’unica differenza che la borsa valori è “semplicemente” la propria vita. “Il vivere è la cosa più ardua che dobbiamo portare avanti, e l’ansioso sente questo compito come qualcosa di insopportabilmente gravoso. L’ansioso ha aspettative di benessere che sente sempre disattese, intralciate da fattori esterni ad altri invisibili”.

Le situazioni temute dall’ansioso sono soltanto nella sua testa, ma è talmente viva di particolari, nitida, che è difficile convincersi che non sia reale. Lo è perché è vissuta come tale, nelle emozioni, nelle sensazioni, nelle reazioni del corpo. In realtà un po’ ansia è dentro ad ogni individuo, ma c’è un livello di guardia tra buona e cattiva, tra innocua e pericolosa. “La paura, stadio iniziale di una possibile ansia, è una reazione radicata in noi dai tempi più antichi, è l’emozione che funzionalmente ci permette di reagire energicamente alle avversità della vita, è ciò che permetteva all’uomo primitivo di difendersi dagli animali feroci. Ma quando la paura è sviluppata in maniera esagerata, non pertinente cioè al reale stato di pericolo, questa diventa ansia. E se la paura mi aiuta a prendere le dovute difese e le dovute precauzioni da situazioni che potrebbero causarmi dei danni, l’ansia è invece un elemento che mi impedisce di agire, di svolgere le mie attività”.

La differenza tra paura e ansia sta nel fattore di pericolo: nella paura è esterno e concreto, nell’ansia è interno e immaginato. Ci sono però delle spinte epocali che hanno dato un impulso di crescita, in senso negativo, di questo fenomeno. “Una realtà caotica e complessa come quella attuale determina necessariamente schemi comportamentali altrettanto complessi, e talvolta disfunzionali, che possono diventare vere e proprie gabbie in cui si rimane intrappolati.

Non è detto però che tutti, a causa della vita forsennata che si conduce, siano destinati a diventare vittime delle crisi di panico. Ci sono, come sempre in questi casi, fattori di rischio. “I periodi di forte stress, oppure traumi, perdite o lutti, o ancora problemi legati a lunghi stati di salute precaria; eccessiva mole di lavoro e scarso riposo, reazione allergica a medicinali, sforzi fisici improvvisi e violenti: tutti questi fattori possono ingenerare una crisi di ansia che si può trasformare in panico. E il primo medico per un malato è il malato stesso. Interrogandosi sui motivi per cui si entra in uno stato di ansia, ci si renderà conto se è solo una preoccupazione ingigantita, o se davvero abbiamo bisogno d’aiuto”.

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