Caro Sindaco, estistono gli ultimi degli ultimi: i problemi gestionali della Salute Mentale

Fonte: Tiscali Socialnews del 18 luglio 2013 di Tonino Cantelmi


Pubblicato il 19/07/2013

Caro Sindaco, la città di Roma Capitale potrebbe diventare un modello per la tutela della Salute Mentale nelle grandi aggregazioni urbane?

I dati epidemiologici consentono di affermare che un adulto su quattro nel corso della vita presenta disturbi psichici e che solo il 10% delle persone con disturbi psichici accede alle cure del servizio pubblico. I dati epidemiologici evidenziano anche la necessità di fornire risposte adeguate a disturbi particolarmente diffusi, come la depressione, i disturbi d’ansia e i disturbi alimentari psicogeni. L’ultimo sondaggio condotto dalla DOXA per conto del consorzio MENS (che raggruppa Società Scientifiche e Associazioni di familiari), reso pubblico dal Ministero della Salute nel recente passato, ha evidenziato che la maggioranza degli italiani è insoddisfatta della attuale situazione.

Nessuno può mettere in dubbio la vera conquista della psichiatria italiana compiuta nell’ultimo quarto di secolo: si è passati, non senza difficoltà, dalla logica custodialistica e segregatrice del manicomio alla cura ed alla presa in carico del territorio, inteso come risorsa autenticamente terapeutica. Secondo però alcuni rapporti dell’OMS questo è avvenuto soprattutto attraverso un carico improprio attribuito alle famiglie. In Italia, per esempio, purtroppo sono ancora troppo poche le famiglie che accedono ad un trattamento psicoeducativo ritenuto fondamentale nella cura della schizofrenia.

Un altro dato davvero significativo è costituito dai formidabili cambiamenti che riguardano le scienze psichiatriche. E’ stato osservato come il recupero di una dimensione biologica e medica, i progressi e le innovazioni farmacologiche e lo svilupparsi di terapie integrate, senza sottovalutare gli aspetti psicologici e sociologici, abbiano determinato un sostanziale evolversi delle modalità di intervento e valutazione, evoluzione che se da un lato appare ineludibile, dall’altro spinge verso la necessità di un cambiamento ulteriore. Infatti i progressi nella diagnosi e nelle terapie, l’emergenza di nuove e non sottovalutabili patologie, la presenza di psicopatologie gravi e persistenti, il cui peso è tuttora scaricato sulle famiglie, il tema della cosiddetta “nuova cronicità” e, infine, l’esigenza di adeguare gli interventi attuati a standard farmacologici e socioriabilitativi determinano la necessità di rivedere la configurazione dell’assistenza psichiatrica.

Così come suggerito da molti osservatori, è possibile indicare alcune priorità circa il processo di cambiamento in atto.

a.    In funzione dei bisogni dei pazienti e rispettando la centralità dell’assistenza psichiatrica territoriale occorre prevedere in modo omogeneo l’articolazione di strutture e servizi organizzati in rete. In particolare occorre prevedere una rete integrata di strutture di assistenza psichiatrica che su tutto il territorio garantiscano:
-    l’assistenza psichiatrica ambulatoriale e domiciliare, attraverso i Centri di Salute Mentale (che a Roma attualmente presentano gravi lacune organizzative e scarse risorse professionali)
-    l’assistenza psichiatrica ospedaliera per le persone con disturbi mentali in fase acuta, attraverso i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura ospedalieri (al momento attuale la rete degli SPDC non copre in modo adeguato le necessità della popolazione della città di Roma)
-    l’assistenza psichiatrica e la riabilitazione per le persone affette da disturbi mentali in fase di postacuzie o di subacuzie, attraverso i Day Hospital, le Comunità Terapeutiche.
-    l’assistenza psichiatrica residenziale per le persone affette da disturbi mentali in fase cronica, non assistibili a domicilio, attraverso Residenze Protette.

b.    Le problematiche psicopatologiche connesse con l’abuso di sostanze richiedono una integrazione tra Servizi per le Dipendenze (troppo spesso abbandonati a se stessi) e Dipartimenti di Salute Mentale, specie nell’area della doppia diagnosi, integrazione che preveda anche la creazione di strutture integrate.

c.    Poiché è elevata la frequenza con la quale i disturbi mentali esordiscono nell’infanzia e nell’adolescenza, si rende necessario il potenziamento dell’attività di intervento psichiatrico in età infantile e sugli adolescenti, al fine di mettere in atto interventi tempestivi.
 
Caro Sindaco, lei dirà: “Ma queste sono competenze della Regione!”. No, i poteri di Roma Capitale danno molte responsabilità anche a lei.

Esistono gli ultimi degli ultimi: le persone con disturbi psichici gravi e le loro famiglie. E’ a loro che dovremmo guardare, al di là di ideologie e di inutili polemiche. L’assistenza psichiatrica in Italia è figlia di una legge di oltre trent’anni fa, che fu un significativo progresso. Ma se guardiamo alla sofferenza non dobbiamo avere tabù: è necessario cambiare passo e abbandonare pregiudizi e sterili ideologie, per garantire anche agli ultimi degli ultimi dignità e qualità di vita. E, se avrà la pazienza di ascoltare operatori, famigliari e associazioni, scoprirà che Roma Capitale può fare molto per i suoi cittadini anche nel campo della Salute Mentale.

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