Nascere, vivere e morire oggi

Ed. Paoline 2017


Pubblicato il 11/01/2018

Riflessioni a tre voci sui temi più scottanti della bioetica. Prefazione del Card. Francesco Montenegro. Maternità surrogata, eutanasia, suicidio assistito sono alcuni dei temi che sembrano sfidare non solo la dignità del nascere e del morire, ma del vivere stesso, sempre più minacciato dall’irrompere della postmodernità, che si caratterizza per la supremazia del desiderio che diventa diritto, per la spinta al narcisismo che corrompe le relazioni e per il dominio dell’emozione come motivazione alla scelta.

È in questo contesto che si muove il libro Nascere, vivere e morire oggi, scritto da don Carmine Arice (superiore generale della Società dei Sacerdoti del Cottolengo), Tonino Cantelmi (psichiatra e psicoterapeuta) e Chiara D’Urbano (psicologa e psicoterapeuta). Nel testo vengono affrontati i dibattiti attuali sulla vita nascente e morente, evidenziandone le dimensioni etiche implicate. Con un obiettivo essenziale: indicare strade per un autentico recupero dell’umano.

Il libro è arricchito dalla preziosa prefazione del Card. Francesco Montenegro, Presidente della Commissione Episcopale CEI per il servizio della carità e la salute. Che scrive: “Nascere, vivere e morire con dignità è l’augurio sincero che si può rivolgere a ogni uomo e donna che apre gli occhi in questa umanità, augurio sul quale, in linea di principio, siamo tutti d’accordo, comunque la si pensi […].Sono temi delicati, che toccano la sofferenza di tante persone, nonché il vissuto drammatico di uomini e donne che hanno reagito chi arrendendosi a una sorte insopportabile, chi affrontando coraggiosamente situazioni complesse e dolorose anche per molto tempo. Ogni scelta merita rispetto, ma questo non significa rinunciare a riflettere su questioni che toccano la verità più profonda dell’essere umano. Per questo ringrazio gli autori del libro per aver voluto arricchire con tratto schietto e delicato la riflessione sulla dignità dell’uomo, consci che le domande poste dagli argomenti trattati sono certamente superiori alle possibili risposte”.

Note aggiuntive sugli Autori
Carmine Arice è superiore generale della Società dei Sacerdoti del Cottolengo e padre della Piccola Casa della Divina Provvidenza. Membro della Pontificia Commissione per le attività del settore sanitario, è stato direttore (2012-2017) dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI.
Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, è responsabile dei Servizi di Psichiatria degli Istituti Regina Elena e San Gallicano di Roma. Con Paoline ha già pubblicato “Educare al femminile e al maschile” (con Marco Scicchitano), “Nati per essere liberi” e “Gender”.
Chiara D’Urbano, psicologa e psicoterapeuta, è docente presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.

Fonte: Paoline

Editore: Paoline Editoriale Libri. Collana: Aria di famiglia. Anno edizione: 2017 Pagine: 144. EAN: 9788831549509

Recensione del libro: Nascere vivere e morire oggi

Fonte: Resegoneonline.it

di Gabriella Stucchi


Nella Prefazione il card. Francesco Montenegro, Presidente della Commissione Episcopale CEI per il servizio della carità e la salute, riprende le parole di papa Francesco dell’Evangelii gaudium per sottolineare come la persona umana, «vertice della creazione e oggetto di un amore senza limiti del Creatore, ha una dignità incondizionata che va riconosciuta, ha un’esistenza... che va sempre servita con qualità».
Gli autori, Carmine Arice, superiore generale della Società dei sacerdoti del Cottolengo; Tonino Cantelmi psichiatra e psicoterapeuta responsabile dei Servizi di Psichiatria degli Istituti Regina Elena e San Gallicano di Roma; Chiara D’Urbano, docente presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, espongono le loro ricche esperienze, a contatto diretto con persone toccate da vicino da questi problemi.

“La dignità del nascere”: molti sono i temi trattati, sempre di grande attualità: dall’aborto, alla fecondazione in vitro, alla maternità surrogata. Vengono richiamati gli studi interdisciplinari, le disposizioni dei vari Comitati, le opinioni di ricercatori. Si confuta l’opinione di chi fa risalire all’epoca veterotestamentaria la logica dell’utero in affitto (si cita l’episodio di Sara nella Genesi -cap. 16 e 21- che offre la schiava egiziana Agar affinché Abramo abbia una discendenza). Altro episodio Rachele e Giacobbe (Gen. 30).

Il secondo capitolo riguarda “La dignità del morire”, tema alquanto discusso e concluso negli ultimi mesi della legislatura con la legge del biotestamento, con molte domande aperte e parecchi nodi da sciogliere. Nel testo si analizzano le varie situazioni, distinguendo lo stato vegetativo dal coma, dalla morte cerebrale: vicende molto complesse dal punto di vista etico e giuridico. Analogamente si discute sulle varie forme di eutanasia (consensuale, passiva); sul consenso (personale, specifico, reale ed effettivo, attuale e revocabile). Si parla anche di accanimento terapeutico, con molte aree di dubbio.
Molto importante l’osservazione riportata: «Tra l’accanimento terapeutico e l’eutanasia si colloca un ethos troppo trascurato, che è quello dell’accompagnamento, del valorizzare il dolore in un’ottica relazionale, per aiutare a viverlo in maniera degna....Una sofferenza anche molto grave, non accompagnata, rappresenta un baratro per la persona, un buco nero nel quale finisce smarrendo la forza per qualunque alternativa di vita.... Non esiste solo il curare un ammalato, ma anche il prendersene cura».

Nell’ultimo capitolo “Dal generare al morire” gli autori, riferendosi all’enciclica Spe salvi di Benedetto XVI, definiscono «società crudele e disumana» la società che non accetta i sofferenti e non riesce a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente. Purtroppo oggi i temi della salute, della sofferenza della malattia, dell’invecchiamento e della morte vengono spostati sempre di più all’ambito della tecnica, con lo scopo di superare i limiti e aumentare le possibilità umane.
Dal generare al morire oggi è necessario un recupero dell’umano, della dignità della persona (Giovanni Paolo II, Evangelium vitae), che si esprime attraverso il corpo, che ha sì dei limiti, ma tali che ci aprono a qualcos’Altro, che dà il senso vero alla nostra esistenza. Da qui la grande responsabilità degli operatori sanitari, che devono agire con rispetto della persona, con lo sguardo, con la parola, oltre che con gli interventi adeguati.
Commovente, nell’Epilogo, l’omelia pronunciata da don Carmine Arice all’ospedale Cardarelli di Napoli nel 2001 per la morte di Volo, figlio di genitori ucraini, anencefalico grave, eppure vissuto sei anni!