I Conferenza Europea "Salute e Benessere dei Giovani"

GIOVANI ED ALIMENTAZIONE: LET'S MOVE!


Pubblicato il 07/06/2010

 

Libera Università Internazionale degli Studi Sociali “Guido Carli” – Viale Romania

Evento promosso dal Ministero della Gioventù.

Nel corso della Conferenza tra i vari temi trattati si affronterà  anche quello dei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), in particolare anoressia, bulimia e obesità (rapporto compulsivo con il cibo) sono gravi patologie che nascono nella psiche e si servono del corpo per esprimere una sofferenza profonda.

Il Prof. Tonino Cantelmi parteciperà alla conferenza il 17 giugno ore 14.30 con una relazione dal titolo:

L’anoressia ai tempi di Internet: La dea Ana

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D.C.A

I cosiddetti DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), in particolare anoressia, bulimia e obesità (rapporto compulsivo con il cibo) sono gravi patologie che nascono nella psiche e si servono del corpo per esprimere una sofferenza profonda. Il corpo che si riempie e si svuota, dimagrisce fino all'osso o ingrassa smodatamente è il segno visibile di gravi disagi. Queste patologie, infatti,  possono essere rappresentate come un iceberg: la punta che emerge  è costituita o dal rifiuto del cibo, dal conteggio ossessivo delle calorie, dall'iperattività,  da ingestione di cibo senza freni seguita da vomito auto-indotto, ovvero ancora da un'assunzione smodata e continua di cibo che porta ad un importante aumento ponderale. La parte sommersa è il luogo dove si situano le problematiche soggettive, i vissuti, le emozioni, il dolore, le esperienze che hanno segnato la vita. Fermarsi a ciò che appare, considerare solo l'aspetto visibile di anoressia, bulimia e obesità, significa ignorare la parte più importante del problema. E’ per questo che oggi la comunità scientifica tende a proporre per i Disturbi del Comportamento Alimentare modelli multifattoriali che si rifanno ad un'ottica bio-psico-sociale ed è concorde nell'affermare che non esiste una causa unica, ma una concomitanza di fattori che possono variamente e diversamente interagire tra loro nel favorirne la comparsa e il perpetuarsi. La terapia, però, si pone ancora come una vera e propria sfida per i terapeuti, dal momento che i disturbi del comportamento alimentare sono patologie molto complesse, di lunga durata e da possibili esiti a volte molto gravi. I diversi tentativi terapeutici effettuati nel corso degli anni si sono dimostrati variabili, sia per l’effetto diretto sui sintomi, sia per l’efficacia sui nuclei psicopatologici fondamentali che sono alla base di queste malattie. Oggi, la comunità scientifica internazionale ha condiviso, per i risultati a medio e lungo termine, l’utilizzo di un approccio terapeutico integrato, in cui più figure (internista, dietista, psichiatra, psicologo, educatore,) si occupano a livelli diversi del soggetto portatore della patologia nelle sue diverse fasi, dei familiari e del gruppo dei pari. Anche relativamente al luogo in cui svolgere le cure, la comunità scientifica propone diverse ipotesi legate alle esigenze dei pazienti, allo stadio della patologia ed all’approccio terapeutico. Tuttavia, per affrontare ogni aspetto nella cura e nella prevenzione dei Disturbi del Comportamento Alimentare è stata, spesso, evidenziata la necessità di  prevedere strutture  diverse per ambito e funzione quali l’ambulatorio, il day hospital, il centro diurno, la comunità residenziale. Le valutazioni fino ad ora espresse hanno rilievo anche relativamente alle attività inerenti la prevenzione. Individuare metodologie efficaci, ambiti di azione, tipologie di approccio risulta fondamentale per poter costruire interventi efficaci tesi, non soltanto ad evidenziare l’importanza del rapporto con il cibo, ma anche ad intercettare le prime insorgenze dei sintomi e effettuare diagnosi precoci. Un ruolo importante in questo percorso di accoglienza e di ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare va riconosciuto al coinvolgimento di associazioni di familiari e di ex pazienti impegnate in attività di prevenzione, spesso con istituzioni e servizi pubblici.

 

 

I° Conferenza Europea "Salute e Benessere dei Giovani"

 

Dai risultati di un'indagine condotta dalla Fondazione Generation Europe risulta che il 52% delle persone intervistate non sapeva che vi fossero politiche UE in materia di salute dei giovani. Quando si è chiesto loro come pensavano di poter contribuire al processo decisionale in materia sanitaria, il 41% ha chiesto un coinvolgimento più diretto con i decisori politici e il 40% ha suggerito che si migliorassero i canali di comunicazione.

E’ per questo che con la Conferenza Be healty, be yourself, che si è tenuta a Bruxelles nel mese di luglio 2009, la Commissione Europea ha posto di nuovo la propria attenzione sulle problematiche inerenti la tutela ed il miglioramento degli stili di vita dei giovani, non solo al fine di individuare gli strumenti idonei per la salvaguardia della loro salute e del loro benessere, ma anche e soprattutto coinvolgere più da vicino i giovani nelle politiche sanitarie dell'UE; rafforzare la partecipazione dei giovani nel processo decisionale; coinvolgere altri settori tra i diversi ambiti politici a livello UE e nazionale nell'attuazione di programmi di prevenzione mirati ai giovani; supportare le attività degli Stati membri per promuovere la salute dei giovani.

L'obiettivo dell'azione comunitaria in questo settore è duplice. Anzitutto favorire e sostenere lo sviluppo di azioni e di reti destinate a raccogliere, fornire e scambiare informazioni, in modo da valutare e sviluppare politiche, strategie e misure, allo scopo di realizzare interventi efficaci destinati a intervenire sui determinanti sanitari, quali comportamento personale e stile di vita; fattori sociali che possono rivelarsi un vantaggio o uno svantaggio; condizioni di vita e di lavoro e accesso ai servizi sanitari; condizioni generali socioeconomiche, culturali e ambientali, che condizionano il peso delle malattie nella società e possono influenzare in modo significativo la salute della popolazione promuovendola.  In secondo luogo, promuovere e stimolare gli sforzi degli Stati Membri in questo settore, ad esempio elaborando progetti innovativi che possano essere esempio di pratiche efficaci. In secondo luogo, promuovere e stimolare gli sforzi degli Stati Membri in questo settore, ad esempio elaborando progetti innovativi che possano essere esempio di pratiche efficaci.

Il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, si è candidata per proseguire in questa azione e rinnovare l’appuntamento per parlare della salute ed il benessere dei giovani con i giovani.

Confrontarsi su politiche per la promozione della salute delle giovani generazioni, scambiare buone prassi e’ sempre un’opportunità irrinunciabile da condividere con gli Stati Membri per individuare azioni prioritarie su cui lavorare congiuntamente e per realizzare, in modo efficace, una politica complessiva che incida concretamente sulle condizioni della salute dei giovani nell’intero territorio europeo.

D’altra parte, i dati ufficiali sull’espansione dei disturbi del comportamento alimentare e sulla diffusione delle infezioni sessualmente trasmissibili ci inducono a stabilire come prioritario l’impegno a pianificare interventi tesi a promuovere un’informazione efficace e capillare per la prevenzione dei fenomeni, che unita ad un’educazione sessuale, alimentare e per l’introduzione di stili di vita sani, divengono veri e propri interventi di una più vasta azione sociale per evitare il rischio che comportamenti inadeguati giochino un ruolo importante nella destrutturazione della vita di molti giovani e delle future generazioni.

Ciò comporta un lavoro di confronto e di scambio teso ad individuare mezzi e strumenti, linguaggi e metodologie, modalità di comunicazione ed  ambiti di azione idonei a pianificare politiche  comuni.

L'Unione Europea ha già sviluppato azioni specifiche in collaborazione con i giovani. Insieme al Forum europeo della gioventù, è stata organizzata la campagna di comunicazione “Help” di prevenzione del tabagismo; la gioventù costituisce anche il target di diverse azioni in materia di promozione della salute avviate da membri della Piattaforma d'azione europea su dieta, attività fisica e salute.

La Conferenza Be healty, be yourself già ricordata ha visto più di 200 giovani tra i 18 e i 25 anni di età provenienti da tutta Europa incontrarsi con decisori politici e organizzazioni sanitarie per discutere tematiche essenziali come il consumo di alcool, tabacco e droghe, attività fisica e salute mentale.

Anche in questa occasione i giovani sono i protagonisti della giornata di apertura della Conferenza di Roma: parleranno di formazione e di scambio di buone prassi, ci indicheranno la via maestra da seguire nel rispetto del principio ispiratore della Convenzione Europea dei Giovani, che ha costituito il Forum allo scopo di offrire la possibilità alle giovani generazioni di contribuire con le proprie idee alla costruzione di un'Unione Europea che fosse più attenta alle esigenze e alle richieste di chi ha in mano il futuro stesso dell'Europa.

Per ulteriori informazioni: http://www.euroconferenzasalutegiovani.it/index.php

 

 

Ufficio Stampa

Disturbi Alimentari

I cosiddetti DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), in particolare anoressia, bulimia e obesità (rapporto compulsivo con il cibo) sono gravi patologie che nascono nella psiche e si servono del corpo per esprimere una sofferenza profonda. Il corpo che si riempie e si svuota, dimagrisce fino all'osso o ingrassa smodatamente è il segno visibile di gravi disagi. Queste patologie, infatti,  possono essere rappresentate come un iceberg: la punta che emerge  è costituita o dal rifiuto del cibo, dal conteggio ossessivo delle calorie, dall'iperattività,  da ingestione di cibo senza freni seguita da vomito auto-indotto, ovvero ancora da un'assunzione smodata e continua di cibo che porta ad un importante aumento ponderale. La parte sommersa è il luogo dove si situano le problematiche soggettive, i vissuti, le emozioni, il dolore, le esperienze che hanno segnato la vita. Fermarsi a ciò che appare, considerare solo l'aspetto visibile di anoressia, bulimia e obesità, significa ignorare la parte più importante del problema. E’ per questo che oggi la comunità scientifica tende a proporre per i Disturbi del Comportamento Alimentare modelli multifattoriali che si rifanno ad un'ottica bio-psico-sociale ed è concorde nell'affermare che non esiste una causa unica, ma una concomitanza di fattori che possono variamente e diversamente interagire tra loro nel favorirne la comparsa e il perpetuarsi. La terapia, però, si pone ancora come una vera e propria sfida per i terapeuti, dal momento che i disturbi del comportamento alimentare sono patologie molto complesse, di lunga durata e da possibili esiti a volte molto gravi. I diversi tentativi terapeutici effettuati nel corso degli anni si sono dimostrati variabili, sia per l’effetto diretto sui sintomi, sia per l’efficacia sui nuclei psicopatologici fondamentali che sono alla base di queste malattie. Oggi, la comunità scientifica internazionale ha condiviso, per i risultati a medio e lungo termine, l’utilizzo di un approccio terapeutico integrato, in cui più figure (internista, dietista, psichiatra, psicologo, educatore,) si occupano a livelli diversi del soggetto portatore della patologia nelle sue diverse fasi, dei familiari e del gruppo dei pari. Anche relativamente al luogo in cui svolgere le cure, la comunità scientifica propone diverse ipotesi legate alle esigenze dei pazienti, allo stadio della patologia ed all’approccio terapeutico. Tuttavia, per affrontare ogni aspetto nella cura e nella prevenzione dei Disturbi del Comportamento Alimentare è stata, spesso, evidenziata la necessità di  prevedere strutture  diverse per ambito e funzione quali l’ambulatorio, il day hospital, il centro diurno, la comunità residenziale. Le valutazioni fino ad ora espresse hanno rilievo anche relativamente alle attività inerenti la prevenzione. Individuare metodologie efficaci, ambiti di azione, tipologie di approccio risulta fondamentale per poter costruire interventi efficaci tesi, non soltanto ad evidenziare l’importanza del rapporto con il cibo, ma anche ad intercettare le prime insorgenze dei sintomi e effettuare diagnosi precoci. Un ruolo importante in questo percorso di accoglienza e di ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare va riconosciuto al coinvolgimento di associazioni di familiari e di ex pazienti impegnate in attività di prevenzione, spesso con istituzioni e servizi pubblici.